Aggiornato il Giugno 21, 2012 da Il Guru dei Film
Il montaggio della prima serie (animata) dedicata a Afro Samurai, il guerriero black delle arti marziali.
In un prossimo futuro il Giappone è ripiombato nell’ordinamento feudale dominato dalla violenza e le arti marziali, colui che possiede la fascia n° 1 è considerato l’essere più potente della Terra, solo chi possiede la fascia n°2 può sfidarlo non prima di avere subito l’attacco di decine di pretendenti sanguinari e senza scrupoli. Afro Samurai possiede la fascia n°2, carico di vendetta è in viaggio verso un monte sacro per sfidare Justice, l’uomo che ha ucciso suo padre strappandogli la fascia del potere, il cammino per il samurai dalla pelle nera sarà costellato dall’attacco di svariati nemici.
Da uno degli studi di animazione giapponesi più prolifici, lo studio Gonzo (Blu Submarine N.6, Hellsing, Full Metal Panic!, ecc.), giunge l’adattamento anime di un singolare eroe: Afro Samurai, personaggio creato da Takashi Okazaki, un mangaka influenzato dalla cultura black americana, in particolare del soul e hip hop. Nel nome c’è già la descrizione, Afro Samurai è un uomo dalla pelle nera abile nelle arti marziali con la spada, il protagonista di un’avventura incentrata sulla vendetta e lo spargimento di sangue. Il film è composto dai 5 capitoli della prima serie animata, a dire il vero si intuiscono alcuni stacchi di montaggio poco fluidi che tradiscono l’operazione di assemblaggio, inoltre alcuni passaggi posso risultare ripetitivi, in fondo si tratta di una serie di combattimenti continui, ma l’alta qualità dei disegni e la buona animazione tengono in piedi un’opera che può attirare gli appassionati delle arti marziali e coloro che amano i cartoni animati (ultra)violenti.
“Afro Samurai – Director’s cut” si sviluppa in un Giappone feudale futuristico, sembra di vivere nell’antico passato ma la presenza di armi tecnologiche e sofisticate determinano un’ambientazione steam(cyber)punk in piena regola, un contesto che rientra anche negli scenari post-apocalittici con le sue lande desolate infestate di predoni-guerrieri di ogni tipo, caratteristica che ricorda la serie “Ken Il guerriero”, una delle influenze principali. Altra similitudine che balza in primo piano è il “Kill Bill” di Tarantino che a sua volta deve avere subito l’influsso del manga di Okazaki, uscito alla fine del secolo scorso, in entrambi i casi compare il trauma di un piccolo testimone che vede assassinare davanti ai suoi occhi il genitore, un evento traumatico che prelude al sapore della vendetta da consumare in età adulta, nel film di Tarantino viene solo abbozzato (la scena dell’omicidio di Vernita Green) in “Afro Samurai” è invece l’effetto scatenante e propulsivo dell’intera vicenda e viene illustrato nel prologo.
Justice è il cattivone che riesce a impossessarsi della fascia N.1, il personaggio ricorda quelli diabolici e filiformi in stile Alucard (Hellsing), modellato su un pistolero (spaghetti)western inquietante e dalle incarnazioni infernali, a inizio pellicola arriva uno dei tanti flash-back che descrive il duello con il padre di Afro, il piccolo assiste alla decapitazione del genitore in uno scontro a dir poco cruento, una ricerca dell’eccesso macabro che si protrae sino ai secondi finali, “Afro Samurai director’s cut” è un zampillante anime splatter con scatenati frangenti action, veramente molto divertente e liberatorio. In USA il personaggio ha un’ottima accoglienza, basti pensare che al doppiaggio originale troviamo Samuel L-Jackson , Ron Perlman, Kelly Hu, ecc.
Il film si rivolge a un’utenza adulta e si spinge in scene al limite dell’hard nell’incontro amoroso tra Afro e la bella Okiku, uno dei rari personaggi femminili, il protagonista ricalca gli eroi chambara giapponesi silenziosi e solitari, a interrompere l’inflessibilità che lo circonda è l’esilarante compagno di ventura Ninja Ninja, uno sboccato tipetto che segue come un’ombra inseparabile Afro Samurai, verso il finale viene alla ribalta la vera natura di questa buffa spalla, molto difficile intuire di cosa si tratta. A dare la caccia all’eroe Afro è schierato il temibile clan degli Empty Seven, una banda di monaci assassini che ricorre a qualsiasi mezzo per fermare l’avversario, anche quello di costruire una copia androide di Afro Samurai. Emergono altri personaggi dal doloroso passato di Afro, il più importante è il guerriero dalla testa di pupazzo di orso (!) Jinno, si inseriscono alltri omaggi inaspettati come quello rivolto a “Episodio III la vendetta dei Sith”, per una serie di duelli fratricidi e sempre all’ultimo sangue. La colonna sonora non poteva che essere del celebrato The RZA. Nel 2009 è uscito un altro anime: “Afro Samurai Resurrection”.
Titolo Originale: “Afro Samurai- The director’s cut”
Paese: Giappone
Rating: 8/10