Aggiornato il Febbraio 18, 2010 da Il Guru dei Film
L’atteso ritorno alla regia di Peter Jackson è l’adattamento di un best-seller di successo denso di suggestioni fantasy-dark.
1973, l’adolescente Susie Salmon vive felice con la famiglia in una piccola cittadina di provincia, la ragazzina conosce anche i primi palpiti d’amore ma il destino crudele la vuole vittima di un serial killer pedofilo. Susie raggiunge l’aldilà, un limbo paradisiaco ancora collegato con gli eventi terreni, la ragazzina veglia i suoi cari affranti nel dolore e segue le gesta del killer impunito, il mondo è crudele ma capace ancora di svolte e segnali di speranza.
Peter Jackson stacca per un momento la spina dalle mega-produzioni di stampo hollywoodiano e paga lo scotto dell’insuccesso, il nuovo "Amabili resti" è una delusione per afflusso di pubblico ma restituisce un regista meno succube degli invadenti effetti speciali (il digitale "King Kong" del 2005) e della smania di grandezza (la trilogia de "Il signore degli anelli") nella scia di Lucas e Spielberg, un ritorno al passato come tutti si prodigano a dire, e in effetti il riferimento a "Creature del cielo" (1994) pare evidente anche se, come sottolinea lo stesso Jackson, in quel caso l’ispirazione era tratta da un reale avvenimento. "Amabili resti" è invece un’immersione pura nel fantasy originata dal libro omonimo di Alice Sebold, una storia che parla della bellezza di vivere e dei suoi infiniti pericoli.
Una delle peculiarità principali è l’ambientazione situata negli anni 70, un tuffo nei colori di un’epoca che si riflettono nella ricostruzione della dimensione ultraterrena in cui Susie viene catapultata, un vero e proprio paradiso personale composto di paesaggi naturali mozzafiato, regolati da leggi sconosciute che disegnano una vegetazione mutante e un territorio pronto a cambiare la morfologia dello scenario in un battito di ciglia. L’esperienza maturata negli ultimi 10 anni nel campo degli effetti speciali consente a Jackson, e alla sua casa di produzione stabilita in Nuova Zelanda, di passare da sequenze ordinarie con ambienti reali e attori in carne ed ossa a mirabolanti orizzonti sognanti, un passaggio spesso suggerito con eccellenti dissolvenze di grande naturalezza.
"Amabili resti" non è un tedioso sermone sulla spiritualità ma un vero e proprio film d’intrattenimento che indugia sulle indagini dell’omicidio, un’avventura insolita attraverso un caleidoscopio di emozioni scaturite dalle semplici e innocenti fantasie di una ragazzina di 14 anni e l’intrusione nella vita di una famigliola media americana, in cui si è sospinti a ridere, sospirare e, all’improvviso, soffrire proprio come nella vita reale di tutti i giorni. Non è mai facile ricorrere allo spunto narrativo della voce fuori campo, qui invece tutto fila a meraviglia e si empatizza subito con la protagonista Susie Salmon, una fantastica Saoirse Ronan ("Ember il mistero della città di luce"), non ancora decisa a recidere i contatti con il mondo dei vivi per una nuova destinazione.