Armour of God (1987)

Aggiornato il Luglio 29, 2010 da Il Guru dei Film

 

Produzione travagliata, oltre l’incidente a Jackie, si registra il cambio di regia da Eric Tsang a favore dello stesso Jackie Chan che non riesce sempre a fondere bene gli elementi action (i migliori) con quelli da commedia leggera, la storia poi è troppo pretestuosa per reggere e orientata a scenari da cartolina alla lunga stucchevoli, "Armour of God" viene girato in Spagna, Marocco, a Parigi, Vienna, e in gran parte nella ex-Jugoslavia. Una ricerca dell’esotismo al contrario, un ribaltamento tipico del cinema di Hong Kong che inquadra gli occidentali in modo buffo e stereotipato, spesso sono i villain della pellicola come in questo caso i vertici di una setta nascosta sotto le mentite spoglie di una confraternita di monaci. Uno spunto che deve avere influenzato i monaci assassini del bizzarro "I fiumi di porpora 2". La parte centrale di "Armour of God" verte sulle schermaglie divertenti, sino a un certo punto, tra Jackie e il "rivale" Alan (Alan Tam), a dir la verità tirate troppo per le lunghe, di contorno la presenza dell’attrice Lola Forner nel ruolo della figlia di Bannon. Rosamunda Kwan è invece la ragazza contesa dai due protagonisti rapita nel corso di una sfilata a Parigi, il momento più violento del film con morti ammazzati a colpi di mitra in un montaggio alternato di un’esibizione canora di Alan, l’originale specialità dell’attore Alan Tam in patria. I protagonisti del film, compreso Jackie, milita(va)no insieme in un gruppo musicale che si vede in azione in una divertente scena vintage, rimando al gruppo originale di Hong Kong dei "Wynners" tra i cui membri compare proprio Alan Tam.

Armour of God

A spezzare una monotonia di fondo ci pensa un furibondo inseguimento in macchina con i nostri eroi a bordo di una singolare spider Mitsubishi che a un certo punto svela un marchingegno segreto, gli stunts che comprendono anche l’utilizzo di moto-cross risultano davvero spericolati, alcune macchine vengono rovesciate lungo scalinate a pochi metri dalle persone, non mancano voli impossibili agevolati da trampolini nascosti e esplosioni clamorose. Jackie e Alan nel frattempo seguono le tracce della setta verso un monastero ai piedi di una roccia, in cui si introducono con l’improbabile tecnica del travestimento (peccato che due cinesi è impossibile non riconoscerli), il tono resta sempre leggero e la dilatazione dei tempi (morti) si allunga e si attende con impazienza che Jackie inizi a menare le danze. I monaci dal canto loro non sono una gran minaccia, troppo stupidi e ridicoli nel loro culto (?) esoterico da quattro soldi.

Bisogna attendere il finale per assistere a una girandola di combattimenti spettacolari, con Jackie Chan in splendida forma e coreografie giocate sempre al limite delle possibilità fisiche, nei primi frangenti l’eroe deve vedersela con decine di monaci affrontati con formidabili colpi volanti all’interno di un salone della fortezza trasformato in un’arena di lotta, il pezzo forte è però rappresentato dall’arrivo inaspettato (e inspiegabile!)di quattro virago di colore, con tacchi a spillo e vestiti sexy attillati, dalla stupefacente arte marziale che mette in serie difficoltà Jackie. Questo è il combattimento migliore del film, e uno di quelli storici dell’attore, un gran pezzo di cinema bizzarro e coreografia marziale imperdibile. Nel 1991 esce il sequel, "Armour of God: Operation Condor", considerato in genere superiore al film in questione, i film sono ancora entrambi inediti in Italia.

Titolo Originale: "Armour of God"
Paese: Hong Kong
Rating: 7/10