Aggiornato il Gennaio 31, 2013 da Il Guru dei Film
Il rivoluzionario film di James Cameron.
Jake Sully, ex marine e disabile, accetta l’offerta di subentrare al fratello morto in una missione scientifica su Pandora, il pianeta colonizzato dai marines spaziali per l’estrazione di un prezioso minerale.
Il compito di Sully è quello di guidare l’avatar di un Na’vi, un corpo ibrido genetico modellato sulla razza aliena di Pandora, per unirsi con la popolazione indigena locale in modo da ricavare informazioni utili per una soluzione diplomatica del conflitto imminente. Gli uomini del colonnello Quaritch premono per l’uso delle maniere forti, un attacco al cuore dei Na’vi, Jake intanto conosce da vicino la cultura Na’vi dopo l’incontro con la bella Neytiri….
Il ritorno alla regia di James Cameron, se non contiamo i documentari “marini”, circa 12 anni dopo il clamoroso successo “Titanic” (1997), coincide con il più grande riscontro mai registrato per un film: “Avatar” supera il record del precedente film con il naufrago DiCaprio con cifre difficilmente ripetibili, qualcosa come 3 miliardi di $ d’incasso. “Avatar” apre anche la stagione della tecnica (aggiornata) del 3D, con nuove e rivoluzionarie telecamere, voluta con la solita forza pionieristica dal regista di “Aliens Scontro Finale”, doveva essere una moda passeggera (per i detrattori), in realtà le (mega)produzioni si orientano sempre di più verso questo formato spettacolare capace di ricreare la percezione tridimensionale, non è cosa da poco inoltre essere riusciti (in parte) a obbligare la gente ad affollare, ancora una volta, le sale buie del cinema, il vero e unico luogo dove nasce la magia di questa arte.
“Avatar” è un film imponente sotto ogni punto di vista, dal budget di produzione faraonico (ai tempi nessun film era costato tanto, oltre 230 milioni $), girato al 60% con elementi virtuali in post-produzione e computer grafica ricchissimi, incentrato su una storia epica che coinvolge un intero pianeta e razze differenti in un confronto doloroso, pieno di avventura e spettacolarità. Insomma un progetto mastodontico fatto su misura per un comandante nato come James Cameron, un perfezionista, sempre con la voglia di infrangere i limiti appena imposti (da lui stesso) poco tempo prima, un uomo (forse) d’altri tempi che ha segnato in modo indelebile il cinema di fantascienza (e non solo). “Avatar” è una combinazione di elementi classici, riconoscibili e (ormai) universali, le influenze sono molteplici e si riconosce in primo luogo quella del fondamentale “John Carter”, preso come spunto di base da Cameron, si scivola poi nei classici di “Lawrence d’Arabia”, “Balla coi Lupi”, ma anche “Pocahontas”, ecc.
Ancora una volta James Cameron dimostra di essere, oltre che un grande regista tecnico, anche uno sceneggiatore coi fiocchi, la storia può apparire banale e risaputa, il solito eroe a contatto con un mondo estraneo e via dicendo, ma è la costruzione dei personaggi e di alcune trovate a fare la differenza. L’intuizione di dare al protagonista Sam Worthington le sembianze di un alieno, tramite l’incredibile procedimento genetico che crea gli Avatar, è agevolata dall’avanzato comparto degli effetti speciali che ha modellato gli alieni umanoidi Na’Vi sull corpo degli attori con la tecnica della motion capture. Da questo punto di vista risulta indimenticabile la guerriera Na’Vi di Zoe Saldana, ogni volta che compare la sua Neytiri è un tuffo al cuore, un personaggio scritto con ispirazione, pieno di calore ed emozione pura. Neytiri è in fondo la vera protagonista, l’aliena che accoglie l’avatar di Jake prima con riluttanza e poi con una passione trascinante.
Il film si apre con un’impressionante sequenza di astronavi al largo dell’atmosfera di Pandora, dopo pochi secondi si è già catapultati in un mondo altro, fantasmagorico e (iper)tecnologico ma il vero shock visivo-concettuale avviene all’atterraggio, o meglio, poco dopo avere lasciato la base terra-formata dai marines dello spazio. Le scenografie e la fotografia del film sono miracolose e stordenti, alla fine della visione è dura ritornare alla realtà, difficile dimenticare il mondo rigoglioso di vegetazione di Pandora, una delle cose più vicine al paradiso terrestre mai realizzate al cinema, un’ambientazione fantastica che Cameron valorizza con sequenze maestose sempre più avvincenti e spettacolari, con cambi di scenari mozzafiato (le montagne sospese!), la scoperta eccitante di nuove forme di vita animale e vegetale.
Il marchio di fabbrica (uno dei) di Cameron resta l’azione e in “Avatar” siamo ai massimi livelli con alcuni dei combattimenti più giganteschi mai visti su schermo (l’attacco all’Albero Casa), fragorosi e spettacolari, un confronto tra i mezzi tecnologici armati di elicotteri ed esoscheletri d’assalto guidati dagli uomini contro i guerrieri Na’Vi sul dorso di bestie alate, ripresi con maestria e grande realismo nonostante la patina digitale-virtuale di “Avatar”, ambientazione riconosciuta dallo spettatore come credibile e reale. Il film trasmette la purezza del popolo Na’Vi contrapposta all’arroganza dell’uomo mosso dalla solita prospettiva di profitto, tra i due schieramenti emergono il villain memorabile di Stephen Lang, l’indomabile colonnello marine Quaritch, e la scienziata di Sigourney Weaver vicina alla causa Na’Vi, l’attrice torna al fianco di Cameron dopo i fasti di “Aliens Scontro Finale”. Pieno di grande sequenze e denso di attori notevoli (Rodriguez, Ribisi, ecc.), con reminiscenze (anche stilistiche) di Miyazaki, “Avatar” è uno di quei film che dettano la via da seguire, in poche parole fanno la storia del cinema.
Titolo Originale: “Avatar”
Paese: U.S.A.
Rating: 9/10