Aggiornato il Maggio 21, 2013 da Il Guru dei Film
La storia di una nazione nella lotta tra due clown per il folle film di Alex De La Iglesia.
Spagna, 1937, Javier vede il padre circense morire a causa degli uomini di Franco, il generale fascista giunto al potere dopo avere messo in ginocchio il paese.
Alcuni decenni dopo Javier segue le orme paterne e trova lavoro come clown presso un circo, qui si innamora della bella acrobata Natalia. Il problema per Javier è che la donna appartiene al suo collega clown Sergio, un uomo manesco e autoritario da ora suo acerrimo rivale. Franco è ancora al potere ma dei segnali indicano che qualcosa sta cambiando, intanto l’amore di Javier per Natalia provoca liti furibonde con Sergio che degenerano presto in vera violenza.
Titoli di testa affascinanti e spiazzanti, ritraggono vere foto d’epoca riguardanti l’avvento dei fascisti in Spagna insieme a schegge pop di film, fenomeni di costume e spettacolo, si intravede anche un’immagine di “Cannibal Holocaust” (?), un grande calderone denso e brulicante di energie positive e negative in linea con lo spirito del film. Alex De La Iglesia (Crimen Perfecto) non si smentisce per lo stile che ha nel grottesco il suo tratto distintivo, questa volta l’ambizione è quella di ritrarre un intero paese funestato dall’ombra del fascismo e la sua dura eredità. Il regista lo affronta a modo suo, solo all’apparenza ilare, con una lotta intestina tra due clown che diventa lacerante e incomprensibile come la situazione della Spagna di Franco. Non esiste niente di più triste per paradosso della figura di un clown, quella dei travagliati protagonisti della pellicola, vivere per fare ridere e dimenticare le brutture della vita, come nel straordinario prologo con due clown intenti in un numero.
Il film si apre nel 1937, con l’irruzione delle truppe repubblicane in un circo per arruolare uomini da frapporre ai fascisti alle porte. Una situazione assurda che vede il clown Tonto, interpretato dall’attore di culto Santiago Segura, obbligato a lanciarsi in un combattimento corpo a corpo contro i miliziani fascisti, uno scontro a colpi di machete sanguinoso che denota la predilezione di De La Iglesia per le sensazioni forti e splatter, l’azione inoltre è cosi furibonda e straniante con questo killer truccato da clown che sembra di stare in un bizzarro action di Hong Kong. Grandissimo inizio. La vicenda salta poco dopo negli anni 70 e rientra nei canoni tipici del regista, quelli della commedia caustica, solo che in “Ballata dell’odio e dell’amore” si respira sempre un clima di tragedia incombente, di qualcosa sempre in bilico sul punto di spezzarsi in maniera irreparabile.
Eccellente il cast denso di personaggi assurdi e divertenti, tra i tanti lo stuntman spericolato che si lancia con la moto come Ghost Rider, che vede nel triangolo formato da Carlos Areces (Javier), Antonio de la Torre (Sergio) e Carolina Bang (Natalia) gli interpreti principali di una storia di sesso e sangue con risvolti horror. De La Iglesia precipita i suoi protagonisti in una lotta dei sentimenti dai connotati brutali e selvaggi che sfociano nella follia, il personaggio di Javier è quello che colpisce in maggiore misura, il vero protagonista del film, accecato dall’amore non realizzato per Natalia e contrastato dal rivale Sergio. I due contendenti arrivano, per diverse ragioni, a sfigurare i loro volti, nella rappresentazione di clown viventi e grotteschi di una realtà impazzita. Javier avrà anche la personale avventura di fuggiasco, braccato come un animale, sino al ritrovamento di vecchi nemici che non credeva possibile.
Non si può non menzionare la bellezza conturbante di Carolina Bang, il motivo scatenante dell’odio e dell’amore, l’attrice è già nel cast del prossimo film del regista (Las Brujas de Zugarramurdi), la giovane donna contesa sino al drammatico e spettacolare finale posto nel luogo simbolico del mausoleo dei caduti della guerra di Spagna, un set ricreato con numerosi effetti speciali che sembra evocare un cinema vintage horror pieno di pericoli ed equilibrismi. Alex de la Iglesia gira una sorta di angosciante e personale versione di “Santa Sangre”, del resto Jodorowski si intravede anche nei titoli di testa, ma nel minestrone cinefilo dell’autore spagnolo ci sono anche Buster Keaton, Batman e volendo anche Fellini, per un’opera fuori controllo per molti versi inquietante e conflittuale come le ultime scene.
Tit.originale: “Balada Triste de Trompeta”
Paese: Spagna
Rating: 7/10