Aggiornato il Novembre 23, 2011 da Il Guru dei Film
Da Hong Kong un teso poliziesco diretto da Dante Lam.
Nel corso di un drammatico inseguimento il sergente Tong uccide per errore una bambina, qualche tempo dopo la sorella della vittima viene rapita per ricattare la madre, un'importante procuratrice che ha per le mani un delicato processo. Stretto dal rimorso l'agente Tong inizia una pericolosa indagine per liberare la piccola, finita nelle mani di uno spietato killer sfigurato.
Strano percorso quello del regista Dante Lam, negli ultimi anni le sue quotazioni sono in rialzo rispetto agli esordi grazie anche a "Beast Stalker", finalmente visibile in Italia, un poliziesco che ricorda i fasti del genere nei primi anni '90 nella ex colonia inglese, girato con uno stile moderno, nervoso, sempre in costante movimento a sottolineare un'urgenza pressante. Hong Kong è più vivida che mai per merito di una fotografia strabiliante che accende i colori della città e risalta l'addensarsi dei momenti più cupi, con il procedere di una vicenda dolorosa che trae origine da uno sciagurato incidente stradale. Le prime sequenze però riguardano il sergente Tong e la sua squadra nel corso di un'irruzione all'interno di un appartamento, occupato da alcuni sospetti, anche qui Dante Lam mostra un polso di regia notevole, con inquadrature ravvicinate e tremolanti che restituiscono un grande senso di realismo e pericolo.
"Beast Stalker" è un dramma straziante che coinvolge una serie di personaggi costretti da un destino avverso a confrontarsi in una lotta contro il tempo, quello necessario per salvare una piccola caduta nelle mani di un assassino e tenuta in ostaggio per modificare l'esito d'incriminazione di un malvivente sotto processo. Il film utilizza una serie di flash-back per comporre un quadro che si rivela completo solo nel finale, metodo non certo nuovo ma ben dosato, non convincono del tutto le coincidenze forzate che ruotano intorno lo scontro tra macchine iniziale, una concatenazione (impossibile) di sfortunati eventi piegati dalla sceneggiatura dell'esperto Way Lun Ng ("Sha Po Lang"). Dal punto di vista spettacolare l'incidente funziona alla grande, un incredibile crash di corpi e lamiere davvero impressionante, un montaggio stordente di grazia e crudezza.
Nicolas Tse ("New Police Story", "Time & Tide") interpreta il sergente Tong ma a rubare la scena è Nick Cheung ("Exiled"), vincitore di alcuni prestigiosi premi in patria per il ruolo del villain Hung, un uomo glaciale con un occhio guercio che riflette un'inquietante orbita vuota, l'assassino nasconde la moglie paralizzata in una stanza e non esita a rapire una graziosa bambina. In apprensione per la piccola si scorge il volto di Zhang Jing Chu ("Rush Hour Missione Parigi"), è la madre che se vuole rivedere la figlia viva deve sostituire dei flaconi di sangue per decretare l'innocenza di un imputato.
La parte migliore di "Beast Stalker" è quella finale, dentro l'ambientazione claustrofobica e abbandonata di un'enorme fabbrica in disuso, per un confronto tra il sergente Tong e il temibile Hung nella contesa di una vittima innocente. Si aprono squarci melodrammatici folgoranti, il senso di rimorso e la disperazione raggiungono picchi inaspettati e trovarsi con le lacrime agli occhi non deve sorprendere perchè questo è l'action-noir di Hong Kong: ti prende il cuore e la gola e non ti lascia sino a quando non sei tramortito.
Tit. Originale: "The Beast Stalker" (intern.)
Paese: Hong Kong
Rating: 8/10