Aggiornato il Novembre 16, 2007 da Il Guru dei Film
Con uno spettacolare uso del computer e della 3D, Robert Zemeckis porta sul grande schermo la più antica storia epica in lingua inglese. Una vicenda di Re e guerrieri in lotta con demoni belli come solo Angelina Jolie, che nel cast ha accanto Anthony Hopkins, Robin Wright Penn e Ray Winstone.
Beowulf è la più antica storia epica in lingua inglese. Per portarla sullo schermo gli autori, il premio Oscar Roger Avery e Neil Gaiman, hanno impiegato 10 anni. Beowulf è un trionfo di effetti speciali e non è un caso che il regista sia Robert Zemeckis, un super specialista: basta pensare a Ritorno al futuro, La morte ti fa bella e Polar Express. E proprio quest’ultimo titolo è un riferimento importante: come forse ricorderete si tratta di un cartoon natalizio girato con una tecnica che permetteva a Tom Hanks (appositamente collegato attraverso dei sensori sparsi sul corpo) di dare ai cartoni le movenze umane, volto compreso. Non contento, Zemeckis ha girato in 3D, e dal punto di vista dell’effetto sul pubblico i risultati sono fuori dal comune. Bisogna conoscere la storia per capire di che si tratta. Beowulf (Ray Winstone), il più potente guerriero dell’era scomparsa degli eroi, deve sconfiggere l’orribile demone Grendel per aiutare il re e la regina (Anthony Hopkins e Robin Wright Penn). Come se non bastasse il demone, il pericolo maggiore viene dalla madre (Angelina Jolie), un demone assetato di vendetta ma eccitantissimo che seduce i nemici per distruggerli. Grazie ai trailer, si può capire di cosa parliamo guardando la scena della Jolie che esce dall’acqua nuda. Una roba da infarto se non fosse per la lunga coda luciferina che adorna il suo giustamente famosissimo deretano.
Grazie al clamoroso dispiegamento di effetti speciali, Beowulf diventa allo stesso tempo un film epico, fantasy (sul modello del Signore degli Anelli), un cartoon, un film d’azione. La combinazione tra elementi umani e computerizzati è davvero rimarchevole e da’ alla più inverosimile della storie quel senso di magico realismo che un tempo era patrimonio esclusivo dei fumetti.
Paolo Biamonte