Aggiornato il Aprile 28, 2016 da Il Guru dei Film
Brotherhood of Blades è un elegante wuxiapian sulle gesta di tre assassini imperiali …
Tit. Originale: Brotherhood of Blades (intern.)
Paese: Cina
Rating:8/10
1627, Cina, fine della dinastia Ming. Tre membri della polizia segreta imperiale hanno un gran daffare per stanare l’eunuco Wei che minaccia gli interessi del trono. I tre colleghi sono uniti dall’amicizia ma anche dalla necessità, per motivi differenti, di procurarsi del denaro, il ritrovamento di Wei pone il leader Shen Lian a una delicata decisione, visto che il ricercato offre a lui e ai suoi amici una ingente ricchezza in cambio della libertà.
Nella stagnazione del recente cinema di arti marziali (cinesi), Brotherhood of Blades viene segnalato come una rara eccezione, uno dei titoli più validi e spettacolari che tengono ancora desta la tradizione del wuxiapian. Sempre più patinati e ripetitivi i film di cappa e spada cinesi da almeno una decina d’anni hanno il fiato corto, anche il recente La Tigre e il Dragone 2 (2016) ha fallito il tentativo di rilancio, lascia perplessi quindi riscontrare una diffusa indifferenza per i pochi titoli meritevoli come la pellicola diretta dal misconosciuto Lu Yang, al secondo film non pubblicizzato nella stessa Cina. Colpa forse di nomi di scarso richiamo e della crisi del genere, aspetti che non hanno impedito la realizzazione di un action-wuxia di tutto rispetto, ricco sotto tutti i punti di vista, a partire da una storia dal taglio quasi noir per le implicazioni criminali e i numerosi personaggi che infittiscono un quadro di corruzione politica e di intrigo ai livelli più alti.
In Brotherhood of Blades le scene d’azione non deludono sin dal prologo che descrive l’irruzione della polizia segreta (Jinyiwei) in un’abitazione sospetta, si percepisce la paura degli assediati, vi è una sorta di ribaltamento della prospettiva visto che i violenti incursori vestiti di nero, percepiti come i “cattivi”, sono in realtà i protagonisti della pellicola. Un’introduzione che mette in luce la complessità/opacità dei personaggi, invischiati in azioni deplorevoli che determinano il destino delle persone comuni, soldati scelti costretti a scendere a compromessi e a diffidare di chiunque. L’ambiguità si riflette nel rapporto dei tre protagonisti, sono amici pronti a morire uno per l’altro ma celano dei segreti personali, anche scottanti. La fratellanza d’armi tipica del wuxiapian cinese è messa in discussione dalle relative sottotrame dei tre amici, con una predilezione verso i tormenti del leader Shen Lian che fungono da vero snodo centrale, sue sono difatti le scelte di condotta più delicate e ineluttabili.
Le sequenze d’azione sono potenti ed eleganti nelle coreografie, disseminate con strategica perizia al fine di rendere sempre alto il tasso spettacolare, i momenti migliori sono quando i tre eroi combattono uniti contro decine di avversari spalla-a-spalla come nei gloriosi classici del passato, succede in almeno un paio di occasioni, in scontri frene(cine)tici con ferite mortali che aprono fiotti rossi in computer grafica posticcia. Gli effetti speciali visivi non sono irresistibili, usati anche per il saettare delle frecce lanciate in cielo, per una pellicola prodotta da Terence Chang, il produttore storico dei film di John Woo a partire da Hardboiled (1992). Nome di punta del cast è Chen Chang nella parte di Shen Lian, bel viso triangolare che ne ha fatto un attore di culto, compare tra alcuni dei titoli più importanti recenti (La battaglia dei tre regni), tra gli altri era (è) il Razor visto in The Grandmaster di Wong Kar Wai.
Il plot è talmente denso, a innestare scompiglio ulteriore è il capo della polizia stesso, corrotto e implicato sino al collo e pronto a compiere ogni sotterfugio, senza contare gli intrecci sentimentali di due protagonisti con due giovani donne (una è una prostituta d’alto bordo), che il finale non sembra reggere e soddisfare del tutto le premesse. Le rese dei conti non si fanno comunque attendere, chiuse in modo poco convenzionale, l’happy end non è previsto, con un duello all’ultimo sangue risolutivo pronto a spazzare via la carica negativa di corruzione e tradimento che pervade Brotherhood of Blades. Bellissimi i costumi di scena, in particolare le divise nere della polizia segreta, corpo che è servito da spunto per almeno un classico come “Secret Service of Imperial Court” (1984) e relativo recente remake con Donnie Yen “14 Blades” (2010). Un film di classe.
Sciamano