Aggiornato il Ottobre 21, 2010 da Il Guru dei Film
La sfida dell'horror spagnolo "Buried": un solo attore rinchiuso dentro una bara per tutta la durata del film. Con protagonista Ryan Reynolds.
Paul Conroy si risveglia sepolto dentro una bara, per fronteggiare la disperata situazione ha con sé un accendino e un cellulare che possono rappresentare l'ultima speranza. Inizia una lunga corsa contro il tempo, Paul ricorda di essere stato catturato in Iraq dove lavorava come camionista ma non ha nessuna idea del luogo esatto in cui si trova. Solo una telefonata può salvarlo.
Costato "solo" 3 milioni di dollari il pompatissimo "Buried" arriva preceduto dai fasti del festival di Sundance e da critiche inneggianti al nuovo "cult", intanto in USA fallisce la prova del botteghino, inaspettatamente, dato che da quelle parti i film fatti e prodotti per stupire con meccanismi ad orologeria (come la serie dei "Saw") di solito vanno forte. Il regista spagnolo Cortes, altro testimone della vitalità della sua terra natia in ambito cinema fantastico (“Rec”, “The Orphanage”), riesce a farsi notare con un esercizio di stile classico, per usare un gioco di parole "telefonato" (in tutti i sensi!), che ha forse l'unico (?) pregio di avere un barlume di originalità in grado di apparire come un film quasi unico. Peccato che manchi l'ingrediente principale, la tensione, e venga a galla una presunzione d'intenti quasi ai limiti della superbia. Il nome a cui ci si vuole avvicinare è infatti, niente meno che, Sir Alfred Hitchcock, citato come riferimento anche dal protagonista Reynolds nelle interviste ma con tutta la buona volontà è dura ritenere l'obiettivo raggiunto.
I titoli di testa sono già un segno inequivocabile sul dove Cortes vuole andare a parare, una sorta di omaggio a quelli leggendari di Saul Bass, il graphic-designer utilizzato da Hitchcock per alcuni dei suoi capolavori ("La donna che visse due volte", "Psyco"), ma questi sono solo alcuni dei nomi scomodati a sproposito per "Buried", vengono nominati invano anche Edgard Allan Poe ("Le esequie premature"), Roger Corman ("Sepolto vivo", facile), e anche Fulci per "Paura nella città dei morti viventi" e di conseguenza Tarantino per "Kill Bill Vol.II" e la celebre sequenza della Sposa interrata. Cortes, prima di arrivare a certi livelli, ne ha ancora tanta di strada da fare.
"Buried" è costruito tutto dentro un'unica location, questo bisogna ammettere che è una scelta coraggiosa, una bara ripresa con meno angolazioni di quanto ci si possa aspettare, l'attenzione è tutta sul protagonista interpretato da Ryan Reynolds ("Blade Trinity", "Smokin'aces"), suo malgrado più conosciuto al momento per spupazzarsi Scarlett Johansson ("Iron Man 2"), sudato e insanguinato al punto giusto per una prova accettabile anche se minata dalla scarsa credibilità.