Aggiornato il Novembre 14, 2013 da Il Guru dei Film
L’avvincente ricostruzione di un attacco pirata nei mari del corno d’Africa. Con Tom Hanks.
Il comandante Phillips ha il compito di guidare una nave cargo dall’Oman verso il Kenya, il percorso prevede il passaggio in acque infestate da pirati improvvisati della vicina Somalia. L’uomo è consapevole del rischio ma è il suo lavoro e si fida dei suoi uomini, durante il viaggio il timore diviene realtà, quando alcune piccole imbarcazioni puntano veloci verso la pesante nave di trasporto.
Molto più vicino di quanto si possa pensare al recente “Zero Dark Thirty”, il nuovo film di Greengrass si immerge nel cinema (quasi) documentario spettacolare per descrivere un dramma dei nostri giorni, ancora in corso e pieno di risvolti inquietanti. Il tema delle aggressioni marittime nelle acque dell’Oceano Indiano è molto più circoscritto delle vicende narrate dalla Bigelow nel suo film, uno dei punti di contatto resta il terrorismo insieme alla sensazione di minaccia continua che gli americani (e non solo) provano da alcuni anni a questa parte. Un altro aspetto che i due film condividono sono la figura quasi solitaria del protagonista, intento in una sorta di lotta personale suo malgrado, in “Zero Dark Thirty” Jessica Chastain interpreta un personaggio più complesso e sofferto a caccia di malvagi terroristi, in “Captain Phillips” Tom Hanks si trova nel classico posto sbagliato e nel momento sbagliato, pronto a reagire a una situazione estrema, faccia a faccia con criminali fuori controllo. Il discorso prosegue con la presenza delle forze militari americane in campo che, in entrambi i film, segnano le sequenze più spettacolari e movimentate.
Il regista Paul Greengrass è conosciuto più che altro per avere girato un paio di sequel di successo della serie Jason Bourne (Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum), con uno stile frenetico e realistico con riprese a mano che ha fatto diversi proseliti, anche e soprattutto in ambito dei serial-tv. Negli ultimi anni Greengrass ha virato in territori più impegnati, senza modificare la tecnica di ripresa, prendendo di petto situazioni legate a fatti di cronaca scottanti inerenti il terrorismo che ha investito gli Stati Uniti, ne sono sono testimonianza i discreti “United 93”, sul dirottamento di uno degli aerei del fatidico 11 settembre, e “Green Zone”, sulla controversa presenza americana in Iraq. “Captain Phillips” prosegue sulla stessa linea e riprende i fatti reali occorsi a un capitano americano e al suo equipaggio nel 2009, finiti sotto la minaccia di alcuni pirati somali giunti in mare aperto per impossessarsi di una nave trasporto. La notizia di rilievo è che il film rappresenta l’opera migliore (sinora) del regista e Tom Hanks brilla come ai tempi d’oro degli anni 90, nonostante quest’anno sia già comparso nello straordinario “Cloud Atlas”.
La prima parte di “Captain Phillips – Attacco in alto mare” è un capolavoro di ricostruzione e tensione, l’avvicinamento dei contendenti nello scenario posto in alto mare è scandito da un montaggio cronometrico che apre squarci di impressionante realismo, splendida in questo senso la formazione della banda di pirati su una spiaggia somala, scelti a caso in un nugolo di disperati allettati dai facili (?) guadagni, mentre il capitano di Tom Haks famigliarizza con la nave. Forse è inutile dire che gli scenari e i mezzi utilizzati, seppure ricavati e ricostruiti in altre zone del mondo (Mar Mediterraneo in primis) per ovvi motivi, sono più che credibili e studiati nei minimi particolari. Nonostante la durata di oltre due ore e intuendo, più o meno, dove la vicenda stia andando a parare, la pellicola è un crescendo di tensione e adrenalina. Grande momento di regia e montaggio, curato dal fido collaboratore Christopher Rouse, nella sequenza di avvistamento delle piccole imbarcazioni dei pirati e il relativo abbordaggio.
Il secondo tempo resta su livelli alti e, per forza di cose, aumenta l’impostazione spettacolare con la presenza delle forze militari americane, con i Navy Seals in prima linea, il condizionamento è puramente cinematografico, i tempi morti azzerati, “Captain Phillips” diviene un eccitante thriller d’azione per un’enorme operazione di salvataggio con navi e aerei messi in campo. In pratica siamo di fronte all’efficienza militare yankee al suo meglio, Greengrass come la Bigelow non scade nella retorica patriottica ma non riesce (volutamente?) a mantenere un distacco totale: il messaggio chiaro e netto di propaganda (militare) americana colpisce il bersaglio, del resto è difficile non provare un sussulto di piacere nel vedere i Seals mentre si paracadutano in mare aperto. Finale allucinante e un’ultima scena da commozione pura con Tom Hanks che nel corso del film è aiutato da un cast all’altezza, menzione per gli interpreti dei pirati. Eccellente il teso score musicale di Henry Jackman (X-Men l’inizio). Da non perdere.
Titolo Originale: “captain Phillips”
Paese: U.S.A
Rating: 8/10