Aggiornato il Giugno 28, 2012 da Il Guru dei Film
L’horror prodotto da Oren Peli ambientato nei territori del disastro di Chernobyl.
Turismo estremo per alcuni ragazzi americani in trasferta dalle parti della Russia: non del tutto convinto il giovane Chris si lascia trascinare dal fratello e dalle amiche Natalie e Amanda a visitare una cittadina abbandonata nei pressi di Chernobyl, il famigerato sito devastato da un incidente nucleare negli anni 80. I ragazzi si affidano a una guida del posto, alla comitiva intanto si aggiunge un altra coppia di stranieri, il gruppo parte con un piccolo furgoncino alla volta della destinazione che però non è facile da raggiungere, dopo alcune deviazioni opportune giungono in una zona spettrale, come pietrificata dal tempo, un luogo affascinante che però sembra nascondere qualcosa di poco piacevole.
Film horror di basso cabotaggio che richiama l’attenzione per essere prodotto da Oren Peli, la mente dietro al fenomeno di successo (poco o nulla meritato) della serie “Paranormal Activity”, pronto a rievocare incubi nucleari (reali) in un contesto inedito per il cinema: la città di Pripyat, evacuata dopo la catastrofe dell’adiacente centrale di Chernobyl nel 1986. Il procedere della storia sfrutta i meccanismi di decine di opere precedenti, quindi si materializzano i soliti protagonisti americani in territori “esotici” e dal fascino misterioso, in questo caso l’Ucraina e la Russia, il recente “L’Ora Nera” (2011) si basa sulla stessa premessa, anzi si può constatare come il recente cinema horror U.S.A trovi negli inusuali scenari post-sovietici nuova linfa vitale, tra poco toccherà a “Resident Evil Retribution” visitare gli stessi luoghi. E di ambientazione che più di ogni altro elemento si deve parlare, se esiste una ragione (l’unica?) per visionare “The Chernobyl Diaries – La Mutazione” è la pregevole ricostruzione dei territori abbandonati dopo l’incidente nucleare.
Per ovviare ai problemi logistici, senza tenere conto che nella vera Pripyat rimangono residue tracce di radioattività, la produzione ha scelto diverse locations dell’est europeo per evocare la spettrale cittadina, le città di Belgrado e Budapest hanno prestato gli ideali set per la vicenda, il risultato è piuttosto aderente ai veri panorami di desolazione, divenuti tristemente caratteristici come la ruota panoramica in disuso e gli autoscontri arrugginiti nel mezzo di un piazzale aggredito dalla vegetazione, intorno dei casermoni di cemento con gigantografie disegnate di autorità comuniste, una testimonianza congelata di un passato non troppo lontano. Dopo la solita parentesi iniziale di presentazione dei protagonisti, tutti attori poco conosciuti e dimenticabili, si viene al dunque con l’introduzione di una non meglio identificata guida-fai-da-te che risponde al cliché dell’energumeno russo: ex-soldato dai modi rudi e con uno sguardo poco raccomandabile, sarà lui a condurre i giovani verso un pericolo dimenticato.
E nella prima mezzora il film funziona anche se visto come opera di denuncia, l’avvicinamento alla cittadina fantasma appare allo stesso tempo inquietante e affascinante, nella mente si istilla il fattore che non si tratta di fantasie ma di paure che pesano ancora e che non escludono nessun abitante della Terra, la zona è off-limits e presidiata da posti di controllo militari ma non abbastanza da evitare intrusioni, e qui potrebbe già sorgere una falla di sceneggiatura, dato che i ragazzi penetrano senza alcun problema con un furgone. Alla regia l’esordiente Brad Parker riprende lo stile documentaristico di Oren Peli, le inquadrature sono di buona fattura mentre la tensione comincia a perdere giri quando dovrebbe iniziare il più bello, anche se la scena del primo “incontro” nell’appartamento è ben congegnata ma è anche l’unica.
“The Chernobyl Diaries” piomba presto nell’inverosimile e in forzature di vario genere, altri buchi di sceneggiatura si segnalano, quelli più grossi sono inerenti ai passaggi repentini dello scorrere delle ore, appare chiaro che i protagonisti sono minacciati da strane presenze che non è difficile intuire, per lo meno si ha il buon gusto di non mostrare mai l’aspetto di tali convenuti, mentre anche un branco di cani (addestrati) inizia a creare seri problemi e situazioni di assedio. La seconda parte si riduce a un survival-horror piuttosto ordinario con qualche blanda scena di sangue e poca tensione, naturalmente le vittime innocenti salgono di numero sino a un finale sbrigativo che vorrebbe essere a sorpresa e che ricorda, vagamente, le sensazioni del recente “Quella Casa Nel Bosco”. Non brutto ma la delusione è palpabile.
Titolo Originale: “The Chernobyl Diaries”
Paese: U.S.A
Rating: 5/10