Aggiornato il Gennaio 28, 2009 da Il Guru dei Film
Il terzo esplosivo film del regista di "Ong Bak" e "The Protector" lancia una nuova stella delle arti marziali: la giovane e dirompente JeeJa Yanin.
Tailandia, Zen (JeeJa Yanin) è una ragazzina autistica nata dall’unione controversa tra la donna di un boss mafioso locale e un componente della rivale yakuza giapponese. Passano gli anni e Zen diviene una formidabile esperta di arti marziali impiegate per fronteggiare gli uomini della mafia che, nel frattempo, hanno rinnegato la madre malata di tumore e costretta alla povertà.
Al suo terzo film sul mondo delle arti marziali Prachya Pinkaew riesce quasi nell’impresa di trovare la "quadratura del cerchio", un giusto equilibrio tra combattimenti spettacolari e una storia convincente, anche se sotto questo secondo aspetto si deve ancora lavorare molto, nonostante la presenza in fase di sceneggiatura di Chukiat Sakveerakul, l’autore del sorprendente horror "13 Beloved" (2006). Vi sono ancora troppi espedienti melodrammatici/patetici ricorrenti ma è comunque indubbio che dei passi avanti sono stati fatti, rispetto ai pretestuosi canovacci di "Ong Bak" soprattutto e di "The Protector", e risultano troppo severe certe critiche che vedono la trama di "Chocolate" come esile e poco originale.
L’attore-idolo marziale Tony Jaa, ormai divenuto autonomo anche come regista (l’atteso "Ong Bak 2"), è sostituito da una ragazzina all’apparenza gracile e timida che ha le fattezze della debuttante JeeJa Yanin, di anni 24 anche se ne dimostra circa 10 di meno (!), una straordinaria ginnasta piegata alle arti marziali più violente come la thai-boxe. "Chocolate" verte praticamente sulle straordinarie performance della giovane interprete in possesso anche di una buona presenza scenica e di un visetto carino che non guasta. Forse è troppo presto per dire che è nata una stella, ma è anche vero che dopo la visione di "Chocolate" è praticamente impossibile dimenticarsi di lei.
La prima mezzora di pellicola è addirittura avara di scontri, viene introdotto il tragico rapporto d’amore tra Masashi, leader della Yakuza, e la bella Zin compagna del boss denominato "No.8". Dalla passione proibita nasce Zen ma ben presto l’ira di "No.8" costringe la coppia alla separazione e rende Zin una donna sottomessa privata di ogni ricchezza. Zen é una bambina autistica, isolata nel suo mondo di fantasia, che assorbe la disciplina delle arti marziali guardando dalla finestra alcuni atleti che si allenano e con l’aiuto dei film di Bruce Lee e Jackie Chan e ,naturalmente, quelli di Tony Jaa che compare alla tv in alcuni frammenti-(auto)citazione di "Ong Bak" e "The Protector". Le sue prime prodezze riguardano gli oggetti lanciati verso la sua figura e bloccati al volo, in seguito arriva l’occasione della provocazione di alcuni bulli che fanno scattare in lei la scintilla dello scontro e della violenza.
I combattimenti progrediscono di intensità e ricercatezza coreografica gradualmente, una scelta che coglie nel segno creando aspettative sempre più alte nel corso della pellicola, ripagate da una seconda parte scatenata e potente. Anche la pericolosità degli stunts aumenta di pari passo con le elaborate scene di lotta che vedono i momenti migliori svolgersi all’interno di un ristorante, molto simile a quello visto anche in "Kill Bill vol.I", in cui JeeJa Yanin/Zen deve vedersela con decine di avversari e nell’inseguimento finale tutto in equilibrio sui cornicioni e insegne di un edificio che prevede un utilizzo del wire-work realistico e temerario. L’arte marziale, forse é inutile sottolinearlo, é piuttosto violenta e fisica come nella tradizione della boxe tailandese, portata alle estreme conseguenze con pazzeschi calci volanti e bizzarri colpi micidiali: fantastico il duello tra Zen e un avversario "epilettico" vestito con una tuta Adidas specializzato nella Capoeira.
Ottima la prova del cast, in particolare il villain "No.8" che ama circondarsi di trans interpretato da Pongpat Wachirabunjong ("Belly of the Beast", "Ong Bak 2") é odioso e spietato al punto giusto mentre il cupo Masashi ha il volto noto di Hiroshi Abe ("Tokyo Raiders", "Forbidden Siren"). Lo stunts-coordinator di "Chocolate" é Rittikrai Panna ("The Protector", "Born to Fight"), tra le curiosità da segnalare il primo vero combattimento ambientato in una fabbrica di ghiaccio, proprio come accadeva nel film "Il furore della Cina colpisce ancora" (1971) con protagonista Bruce Lee, inoltre compare brevemente una bella sequenza animata che ritrae le fantasie di Zen. Martial-arts-movie del 2008.
titolo Originale: "Chocolate" (ingl.)
paese: Thailandia
rating: 8/10