Aggiornato il Agosto 2, 2012 da Il Guru dei Film
Il Reboot di Conan il Barbaro. Il signore della guerra Khalar Zym porta il terrore con il suo esercito per ritrovare i pezzi della maschera di Acheron e acquistare gli sconfinati poteri dell’occulto.
Anche il villaggio di Conan subisce la violenza di Khalar Zym, il ragazzo vede morire sotto i suoi occhi il padre e giura vendetta. Cresciuto e divenuto un sanguinario guerriero Conan viene coinvolto nel rapimento della bella Tamara, la ragazza dal sangue puro cercata da Khalar Zym per accedere ai poteri della maschera.
A distanza di 30 anni il reboot di Conan appare come un film estraneo rispetto all’opera modello di Milius, “Conan il barbaro” con protagonista un giovane Swarzenneger era (é) epico e solenne, a immagine e somiglianza del regista, ma anche più dark ed esoterico del recente film di Nispel che invece mira a una spettacolarità più marcata e divertita, vicino a una rilettura pop-pulp stilizzata come in un fumetto. E’ bene che sia cosi, il paragone avrebbe stritolato ogni speranza per la pellicola di Nispel che sfoga il suo immaginario (heavy)metal, questa volta meno cupo del solito nonostante lo scenario fantasy di un mondo sconvolto dalla violenza e la forza bruta. Anche l’atteso nuovo Conan interpretato da Jason Momoa, accolto con indifferenza se non vero sospetto, supera l’esame e evita il confronto con Swarzy, il nuovo cimmero è più agile e di una fisicità differente che funziona per presenza scenica.
Il film si segnala per un alto tasso di effetti splatter, Nispel del resto viene dall’horror, e si apre con una sorta di parto cesareo nel bel mezzo di un campo di battaglia, già in fasce Conan incontra il sangue e la violenza, aspetti con i quali impara a convivere e raffigurati in significative sequenze che vedono il giovane guerriero affrontare i primi pericoli: la scena della lotta sulla neve tra crani sfondati e ferite mortali. Ron Perlman si nota a inizio film nel ruolo del padre di Conan che viene poi giustiziato con una fantasiosa trappola manovrata dall’incolpevole figlio, riferimento a “C’era una volta il West” di Leone, l’evento che crea la ricerca di vendetta nei confronti del malvagio Khalar Zym.
Piuttosto ricche e particolareggiate le scenografie, in diversi punti del film, paiono invece artificiose, certi fondali sembrano ripresi da schermate di videogiochi, alcuni oggetti di scena hanno la consistenza della cartapesta ma quasi non c’è il tempo per accorgersene per la continua azione e il ritmo incalzante, Nispel poi sembra avere eliminato del tutto (o quasi) l’uso del ralenti e le scene dei combattimenti ne giovano in fluidità e resa realistica. Gli effetti speciali si notano in almeno in un paio di sequenze divertenti, quella del combattimento di Conan contro i soldati di sabbia e l’apparizione di un serpente gigante nelle segrete di un castello. I personaggi principali sono tutti azzeccati, al fianco di Conan si nota la bellezza di Rachel Nichols (Tamara) che nella scena d’amore con l’eroe mostra per un fugace momento i seni nudi, per il resto la vediamo in vestiti anche troppo castigati.
A dare una marcia in più a “Conan The Barabarian” la coppia di cattivi formata da Khalar Zym, Stephen Lang dopo “Avatar” specializzato in ruoli da villain di lusso, e dalla figlia sensitiva Marique di Rose McGowan, una perfetta strega armata di uncini a lama come Freddy Krueger. Manca forse il pathos dei fantasy più riusciti ma la spettacolarità delle sequenze rendono divertente una storia di stampo classico, da anni 30 come nei racconti originali concepiti dal creatore Robert E-Howard. Flop tra i peggiori dell’anno 2011, meno di 50 milioni di $ di incasso a fronte di un budget di 90 e massacrato dalla critica in generale. “Vivo, amo, uccido…sono soddisfatto” (Conan)
Titolo Originale: “Conan The Barbarian”
Paese: U.S.A.
Rating: 7/10