Aggiornato il Ottobre 26, 2015 da Il Guru dei Film
Con Crimson Peak Guillermo Del Toro riscopre il fascino gotico del cinema horror …
- Tit. Originale: Crimson Peak
- Paese: USA
- Rating: 8/10
Fine 800, Buffalo. La giovane Edith Cushing vive con l’ombra della morte prematura della madre che le è apparsa come un fantasma 14 anni prima quando era bambina, ora il segnale si è ripetuto, porta cattivi presagi ma forse anche un amore, quello che la ragazza prova per l’affascinante forestiero Thomas Sharp. Il padre di Edith è contrario alla relazione della figlia con il singolare Sharp, giunto con l’altera sorella Lucille dall’Inghilterra per proporre dei nuovi macchinari di estrazione….
Ben pochi registi come il messicano Guillermo Del Toro hanno tanti (troppi) progetti in cantiere e una costante pressione mediatica, le conseguenze sono la dispersione e nella gran parte dei casi la disattesa delle aspettative (l’annunciato Le Montagne della Follia resta il titolo più agognato dai fans), forse anche per questo il regista di “Pacific Rim” si smarca per un momento dal cinema pirotecnico a grosso budget, più difficile da realizzare per varie ragioni, per concentrarsi su un’opera più raccolta e, per centri versi, anti commerciale. Crimson Peak è il ritorno ad atmosfere poco battute, bisogna dare atto che la recente serie The Woman in Black della rediviva Hammer ha giocato d’anticipo, a un cinema del passato di origine letterario e intriso delle leggende radicate nella credenza dei fantasmi, insomma un richiamo al cinema horror d’epoca e a un classicismo da tempo fuori moda. Per Del Toro non è comunque una novità trattare certe tematiche, il suo poco visto e ispirato “La Spina del Diavolo” (2001) resta un ghost-movie da non mancare.
Crimson Peak gode di tutto l’estro visivo del suo autore, un cinema che prima di ogni altro aspetto vive sulla bellezza estetica dell’immagine, una prerogativa che lo avvicina ad altri registi assimilabili come Tim Burton e Christophe Gans, per la ricerca della perfezione formale ottenuta con un utilizzo mirabile della fotografia, alla cura delle scenografie e al dettaglio dei costumi. Tutto questo si ritrova in un’avventura che parte nei pressi di New York verso la fine 800, per i triangoli amorosi e ambientazione pare di vedere la versione horror de L’Età dell’Innocenza, Del Toro in queste prime battute introduce le apparizioni fantasmatiche in modo fuggevole ma incisivo, traspare nella loro riproduzione la computer grafica per uno dei pochi aspetti criticabili insieme ad alcuni cali di tensione della prima parte, anche troppo indirizzata a non svelare il disegno funesto che incombe sulla giovane protagonista Edith interpretata da Mia Wasikowska. Oltre al Del Toro’s touch il meglio di Crimson Peak è il cast fantastico schierato, tutti calati a meraviglia nei ruoli, a partire dalla Wasikowska, ottima protagonista sacrificale che riesce a trasmettere la purezza e l’innocenza delle eroine del passato dinnanzi alla malvagità e l’ossessione folle.
Di questo in fondo parla Crimson Peak, più che essere una storia di fantasmi, di follia cieca portata dalla disperazione di un’esistenza corrotta dalla (non) vita che cresce, sino ad ammantare interi luoghi ed edifici. Il titolo del film si riconduce alla tenuta che i protagonisti raggiungono in Inghilterra, il nome di una zona che sprofonda nel terreno intriso di argilla che colora la superficie di rosso sangue, una vecchia casa incombe austera, cupa e che cade in pezzi, bellissima l’intuizione scenografica del tetto sfondato che lascia filtrare i fiocchi di neve all’interno, è la raffigurazione della decadenza (interiore) dei suoi proprietari. Del Toro in pieno territorio gotico riporta ai fasti del Corman del ciclo dedicato a Poe, in primo luogo a “I Vivi e I Morti” con Vincent Price, senza dimenticare che il personaggio della Wasikowska di cognome fa Cushing, in onore del più grande attore della Hammer. Il film vola alto per merito della coppia dei fratelli Sharp, Thomas e Jessica, rispettivamente interpretati dagli attori top del momento Tom Hiddlestone e Jessica Chaistain.
Forse i due divi ormai non hanno bisogno di conferme, ma se qualcuno aveva dei dubbi sull’enorme considerazione che godono, qui troverà la ragione nella più che riuscita evocazione dei personaggi, in particolare Hiddlestone è un baronetto inglese bello, intelligente ma succube della sorella Lucille/Chainstain, quest’ultima una donna affascinante che riserva i retroscena più inquietanti, a comporre una coppia di fratelli votati alla dannazione. Il finale è strepitoso per il senso disturbante che trasmette, non tanto per la forza grafica di alcune sequenze (anche splatter), quanto per la disperazione e il disagio, sembra quasi di toccare l’oscurità e il mistero della vita, al punto da considerare la morte una liberazione. In ruoli secondari si riconoscono due volti visti nel precedente “Pacific Rim”: Charlie Hunnam è Alan lo spasimante di Edith, Burn Gorman è invece un detective privato. Pellicola uscita con il divieto ai minori di anni 14 per alcune sequenze violente (l’omicidio nei bagni ricorda il primo Dario Argento) e scene di sesso (si vedono le chiappe nude di Tom Hiddlestone, attenzione!).
Crimson Peak è da non perdere.
Sciamano
Tom Hiddleston in una scena di Crimson Peak
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