Cujo (1983)

Aggiornato il Luglio 8, 2010 da Il Guru dei Film

Film: Cujo

Da un racconto di Stephen King un piccolo classico dell’eco-vengeance.

 

Cujo è il giocoso cane di un meccanico situato in campagna poco fuori il centro abitato, il grosso animale però inizia a comportarsi in modo singolare: sono i primi sintomi di una mutazione rabbiosa a seguito del morso di un pipistrello. Diana e il figlio Tad giungono sul luogo per consegnare la macchina da riparare, i due ignorano che il temibile Cujo è in agguato dopo avere aggredito a morte alcune persone. Inizia una lotta per la sopravvivenza.

Sono i tempi in cui ogni cosa scritta da Stephen King è oro colato e l’horror al cinema attraversa una congiunzione creativa favorevole, per alcuni irripetibile (i famosi "horror anni 80"), il connubio tra lo scrittore del Maine e il grande schermo è già in corso da anni con successo ("Carrie Lo Sguardo di Satana", "Shining", ecc.), la trasposizione del racconto "Cujo" però non è mai stata considerata tra le più riuscite e anche poco ricordata, questo forse non vale per i fan del sotto-filone "eco-vengeance" con protagonisti gli animali assassini che hanno sempre tenuto un occhio di riguardo per il film diretto da Lewis Teague, un vero specialista nel genere visto la regia di "Alligator" (1980), un altro piccolo (delirante) film su un coccodrillo gigante a zonzo nelle fogne di una città.

Il romanzo di King viene in parte tradito nell’adattamento, alcune sotto-trame sono omesse e, cosa più importante, il tragico finale modificato per evitare la sensazione di tristezza, poco idonea alla creazione di un’atmosfera ansiogena e carica di tensione. "Cujo" è, in sintesi, un survival-horror con al centro una paura primordiale rappresentata da un animale fuori controllo, un film rabbioso come il suo feroce quadrupede dal muso schiumante bava. L’impronta di King rimane nelle ambientazioni, siamo nel Maine ma il film è girato nel nord della California, e nei ritratti dei personaggi che si prendono buona parte del primo tempo, l’attenzione per la delicata storia "di corna" coniugale tra i protagonisti è piuttosto insolita, per un horror, ma indirizzata a coinvolgere lo spettatore nel dramma che sta per seguire. Sullo sfondo si staglia lo sguardo infantile, altro tema ricorrente di King, del piccolo Tad ingabbiato tra la tensione sottointesa dei genitori e le paure ancestrali dei mostri nascosti nel buio, a tal proposito a inizio film compare una bella sequenza nella stanza del bambino, in corsa verso il letto-rifugio dopo avere spento l’interruttore della luce.