Aggiornato il Novembre 14, 2013 da Il Guru dei Film
Una famiglia americana infestata dagli alieni.
I fratellini Jesse e Sam sentono le tensioni dei giovani genitori alle prese con preoccupazioni di lavoro e stress. I problemi però diventano più profondi e tangibili, i ragazzini cominciano a subire una forza negativa che sembra circondare la graziosa casa residenziale, gli strani fenomeni che si manifestano di notte inoltre non preannunciano niente di buono. Tutti i membri della famiglia cominciano a subire strani malesseri ma la situazione precipita quando appare certa la minaccia di presenze non meglio identificate.
Non siamo di fronte a un film imperdibile ma “Dark Skies” ha la particolarità di essere una sorta di concentrato più che dignitoso del recente horror americano, fatto in modo gradevole, senza esagerazioni ed effetti speciali particolari. I conti tornano quando si apprende che uno dei produttori è Jason Blum, un nome che inizia solo da poco a essere familiare, comparso nelle produzioni degli horror tra i più importanti e di successo degli ultimi 5 anni: “Paranormal Activity”, “Insidious”, “Le Streghe di Salem”, “Sinister”, “La Notte del Giudizio”. Nei film prodotti da Blum il tratto comune è la famiglia assediata da forze maligne, non fa eccezione “Dark Skies” che appare come il film con lo stampo più classico di quelli citati se non altro per avere influenze pesanti del capostipite “Poltergeist” (1982).
Alla regia Scott Stewart recupera uno stile sobrio che non si riconosceva negli spettacolari ma non del tutto soddisfacenti action horror precedenti: “Legion”(2010) e “Priest”(2011). Stewart sembra più a suo agio con un film meno gravato da effetti speciali, un paradosso per uno che si è fatto strada a Hollywood nei visual effects, non che manchino scene d’impatto come l’attacco di uno stormo di uccelli a peso morto contro la casa dei protagonisti, ma la tensione di “Dark Skies” è creata in altro modo, più ragionata e sotto-pelle. L’attenzione nella descrizione dei personaggi è più curata del solito, ne giova lo scorrimento e il coinvolgimento, buona parte del film si concentra sul rapporto dei due fratellini (le comunicazioni notturne con i walkie talkie), in particolare sulle prime vicissitudini adolescenziali del più grande, Jesse (Dakota Goyo), emulo nel look del primo famigerato Justin Bieber.
I veri protagonisti restano la coppia di genitori formata dai coniugi Barrett, anch’essi ben delineati nella dura vita di tutti i giorni, la moglie è interpretata da una bravissima (forse mai vista a questi livelli) Keri Russell che, nonostante il difficile ruolo psicolabile, sprizza grande fascino, molto bene anche il preoccupato capo-famiglia di Josh Hamilton, gravato da problemi di lavoro. La minaccia si avvicina per gradi, intacca come tradizione per primi i più piccini, non mancano momenti di visioni stranianti. Forse il ricorso ai soliti disegni infantili rivelatori ha stufato, cosi come non provoca più nessuna suggestione sapere dell’esistenza dei “grigi”, alieni non meglio identificati, ma almeno un bel salto sulla poltrona è garantito in una delle più belle sequenze ambientate di notte in casa, un mix che unisce il meglio delle suggestioni di “Insidious” e “Paranormal Activity”.
Il film si inserisce nel filone degli abduction (rapimento alieno), per i patiti del genere si tratta di un’opera da non perdere nonostante non aggiunga nulla al genere, le presenze sono suggerite e inquietanti quanto basta per giungere al gran finale che non si sfilaccia più di tanto e non vuole stupire, per gli esegeti più smaliziati è possibile scoprire in anticipo la sorpresa in serbo, per lo meno non è il solito happy end. “Dark Skies” rientra nei film trascurabili ma fatti bene, insomma meritevoli di un noleggio, a rimpinzare la lista di horror della stagione avara di uscite ma tutto sommato soddisfacente.
Titolo Originale: “Dark Skies”
Paese: U.S.A.
Rating:7/10