Aggiornato il Febbraio 10, 2011 da Il Guru dei Film
Il cast mostra più di un motivo d'interesse, tra i galeotti spicca Danny Trejo ("Machete", "Heat la sfida"), spesso a petto nudo a mostrare muscoli tatuati nonostante i 60 e passa anni, il protagonista Luke è il biondo Luke Goss, l'indimenticabile Nomak di "Blade II" e Prince Nuada in "Hellboy II", riesce a non fare rimpiangere troppo il Jason Statham del primo film, in ruoli di secondo piano ma gustosi si riconoscono Ving Rhames ("Pulp Fiction", "L'alba dei morti viventi"), ossia mister Weyland in persona, e Sean Bean ("Equilibrium") che si diverte nel ruolo di un gangster spietato accompagnato a una ragazz(in)a bionda sexy, presente nelle poche sequenze ambientate fuori dal carcere. A tal proposito il breve prologo con la sfortunata rapina che porta alla cattura di Luke e l'arrivo a Terminal Island. All'interno del carcere chi comanda non è tanto il remissivo direttore, quanto una giornalista senza scrupoli, September Jones (Lauren Cohan), una ex miss universo detronizzata perché accusata di avere avuto rapporti sessuali con tutti i giudici della giuria, che organizza gli scontri da trasmettere in mondo visione al fine di raggiungere il massimo dell'audience, un personaggio davvero divertente e pieno di ironia e sex(appeal).
Tra i brutti ceffi, tra i quali gli immancabili nazi-skins e gangster-rap che si guardano in cagnesco, anche il personaggio di Robin Shou ("Mortal Kombat"), 14K, visto nel primo film, leader della fazione cinese delle triadi, un' altra conoscenza della serie è il buffo Lists (Frederick Koehler) che stringe presto amicizia con Luke. Il regista del nuovo capitolo è il poco conosciuto Roel Reiné, specializzato in film veloci per l'home video, tiene bene il confronto con Anderson di cui segue il solco, si lascia andare a qualche movimento di camera circolare (360°) in un paio di momenti per riprendere i protagonisti vicino ai mezzi, quando si tratta di fare sul serio con le macchine lanciate in pista dimostra un discreto polso per l'azione e la velocità. Gli auto-mezzi, in pratica, sono quelli già visti nel primo film, quindi ritorna anche la Ford Mustang guidata da Luke, il personaggio è destinato a evocare la figura del pilota mascherato Frankestein, il campione della gara mortale di Terminal Island.
A parte i gradevoli e improbabili intermezzi con fanciulle discinte, ogni pilota si ritrova al fianco nell'abitacolo una sventola senza troppe spiegazioni, in particolare la bella Katrina (Tanit Phoenix) riesce a fare invaghire il tenebroso Luke in una scena di accoppiamento al limite del ridicolo, "Death Race 2", guadagna punti verso il finale: la gara di macchine, equipaggiate di armi di attacco e di difesa sbloccate tramite il passaggio su dei sensori posti sul percorso (le "spade" e gli "scudi"), scorre nell'incertezza sino agli ultimi minuti, costellati da passaggi quasi evocativi (la maschera di ferro forgiata tra i fumi) nella sofferta nascita di Frankestein e una resa dei conti che prevede altro sangue da versare. Girato per intero in Sud Africa "Death Race 2" è un film divertente, limitato forse, ma va bene cosi.
Titolo Originale: "Death Race 2"
Paese: Sud Africa
Rating: 6/10