Distretto 13 – Le Brigate della Morte (1976)

Aggiornato il Maggio 6, 2010 da Il Guru dei Film

Film: Distretto 13 - Le brigate della morte

Il secondo film diretto dal grande John Carpenter.

 

 

 

 Los Angeles, nel degradato quartiere Anderson fervono gli ultimi preparativi per smobilitare il distretto di polizia n°13, troppo decentrato e poco utile alla comunità. Per una fatale combinazione sul posto giungono un cellulare che trasporta tre detenuti condannati a morte e un uomo sotto shock che ha appena eliminato un membro di una gang, reo del brutale omicidio della figlia. La stazione di polizia cade nel buio isolata dalla corrente e linea telefonica, cominciano a piovere proiettili sparati al silenziatore da un’orda di invisibili cecchini: sono i compagni dell’omicida che cercano vendetta ad ogni costo. Inizia una lotta per la sopravvivenza.

All’epoca l’esordio fantascientifico "Dark Star" (1974) non viene preso in grande considerazione, troppo ironico forse per il gusto del pubblico e della critica, appare grave però anche l’indifferenza generale riservata per il secondo straordinario film di John Carpenter: "Distretto 13 – Le Brigate della Morte". Per fortuna a mettere le cose a posto, in termini di successo, ci pensa il successivo "Halloween – La Notte delle Streghe" (1978). Il regista con "Distretto 13" è già un autore completo sotto ogni aspetto, non solo firma la sceneggiatura e il montaggio (con lo pseudonimo John T. Chance in omaggio al protagonista di "Un Dollaro d’Onore") ma anche la favolosa colonna sonora a base di sintetizzatori, un talento in piena eruzione capace di fare dimenticare che la pellicola è un evidente low-budget.

E’ il caso di riverire Howard Hawks visto che senza di lui non ci sarebbero mai stati "Distretto 13", nato come western (metropolitano) ispirato a “Un Dollaro d’Onore”, e lo stesso John Carpenter che, non pago, nel 1982 si cimenta nel remake di “La Cosa da un Altro Mondo” del suo maestro spirituale . Carpenter rifiuta la definizione "politico" accostato al film ma già si può intravedere la visione tipica e disillusa del regista, una vera spina nel fianco della coscienza americana, in un continuo rimando di odio e amore verso un paese capace di materializzare i peggiori incubi e, allo stesso tempo, segnare la nascita di (anti)eroi pieni di umanità. I personaggi memorabili non mancano a partire dal prigioniero Napoleone Wilson, l’attore Darwin Joston, una sorta di prototipo del mercenario Jena Plissken del successivo "Fuga da New York" (1981), un criminale che mostra più cervello e senso dell’onore dei poliziotti che vogliono condurlo nel braccio della morte e in possesso di un’ironia tagliente e fatalista che si traduce in frasi ancora oggi ricordate:"sono nato fuori tempo".