Aggiornato il Aprile 29, 2013 da Il Guru dei Film
Il violento reboot del cinecomix Dredd.
Prossimo futuro. Solo i giudici, gli agenti preposti alla sicurezza, tentano di mantenere l’ordine a Mega City, l’enorme agglomerato urbano segnato dal caos e la violenza in cui vivono 800 milioni di persone.
Il giudice Dredd e la recluta Anderson sono inviati nei pressi di un gigantesco palazzo, per indagare sul caso di tre omicidi, l’edificio però è il quartier generale della gang di una spietata donna che ordina l’eliminazione dei giudici per non compromettere un traffico di droga.
Dimenticate il simpatico ma mediocre film con Stallone dell’ormai lontano 1995, il nuovo Dredd lo supera in ogni direzione partendo dal semplice presupposto di essere più realistico e violento, prima ancora di aderire in maggiore misura alla fonte originale: il fumetto ideato nel 1977 da John Wagner e Carlos Ezquerra. Dredd versione 2012 mette d’accordo appassionati dei fumetti, fan dei film d’azione ed estimatori della fantascienza più realistica. Produzione in gran parte inglese, come la nazionalità del regista Pete Travis, che mette in campo dei pregevoli visual effects per le scenografie di Mega City, la futuristica sterminata megalopoli solcata da edifici enormi e autostrade senza fine, il prologo descrive bene l’ambientazione post-apocalittica, introdotta dalla voce profonda e dura del protagonista Dredd, inquadrato poco dopo in un inseguimento automobilistico serrato che si risolve nella prima violenta sparatoria.
Karl Urban è l’ideale Dredd, l’attore calato in pieno nella parte non mostra mai il volto sempre coperto dal casco previsto nella caratteristica figura paramilitare del personaggio, mentre si scorge la curvatura incattivita della bocca a segnalare la rabbia e il controllo del giudice più spietato in circolazione. Il film è semplice e metodico come il suo implacabile eroe, non c’è spazio per l’ironia o ripensamenti, solo l’azione da opporre al crimine, l’applicazione della legge al costo di qualsiasi sacrificio. Ad ammorbidire in qualche modo il temibile Dredd al suo fianco si scorge la novellina Anderson, un agente senza i requisiti essenziali mandato sul campo per le doti di sensitiva, è l’attrice Olivia Thirlby (L’Ora Nera) perfetta nel ruolo di un personaggio all’apparenza indifeso e in grado di garantire sviluppi interessanti e divertenti alla storia sceneggiata da Alex Garland, lo scrittore che con il cinema dimostra di avere sempre una grande sintonia sin dai tempi di “28 Giorni Dopo”.
L’ultra-violenza si propaga in numerose sparatorie e scontri corpo a corpo che si risolvono in dettagli splatter e schizzi di sangue continui, l’introduzione della droga (del futuro) Slo-Mo, letteralmente slow-motion, dilata i tempi e le immagini in effetti ralenti a risaltare gli scontri e le ferite mortali. La scena dell’irruzione nell’appartamento è una grande rappresentazione dell’efficienza brutale di Dredd che massacra con la pistola a ricarica e riconoscimento vocale alcuni spacciatori armati. “Dredd” si concentra quasi da subito all’interno di un enorme edificio, sigillato dai sistemi di sicurezza manomessi da una potente organizzazione criminali, una trappola per la coppia di giudici in balia di decine di assassini pronti a tutto pur di esaudire gli ordini della sfregiata Ma-Ma, una convincente Lena Headey (la bella regina Gorgo di “300”). Alcuni di questi aspetti hanno fatto, a ragione forse, emergere diverse similitudini con l’action marziale “The Raid”, stessa ambientazione e profusione di violenza, restano due buoni film ma “Dredd” ha dei personaggi e storia molto meglio congegnati.
A dispetto dell’oppressiva scenografia, a tratti claustrofobica, il film ha una grande resa spettacolare e una fotografia carica di colori, la versione 3D inoltre esalta le sequenze in cui i protagonisti sono sotto l’effetto della Slo-Mo e il precipitare dei corpi scaraventati lungo le pareti della struttura che vengono inquadrati sino alla dolorosa caduta. Sequenza esaltante è quella di Dredd che da un microfono minaccia sentenze di morte per tutti, lui è la legge, la feccia non ha spazio e ragione di esistere. Pete Travis dirige un action violento senza pause, piano dopo piano i protagonisti affrontano minacce, trappole, nemici insospettabili, sino a una resa dei conti che non conosce pietà. Uno dei migliori cinecomix mai realizzati, duro e massiccio come il suo protagonista. Pura violenza, nessun rimorso. Al momento ancora inedito in Italia, “ringraziamo” il pubblico americano che ha decretato il flop della pellicola e la mancata possibilità di un sequel.
Titolo Originale: “Dredd”
Paese: Inghilterra/USA/
Rating: 8/10