Drug War (2012)

Aggiornato il Gennaio 1, 2016 da Il Guru dei Film

Drug War: la serrata lotta di una squadra antidroga contro i narcotrafficanti nel film d’azione diretto da Johnnie To …

Tit. Originale:”Du Zhan”
Paese: Cina/Hong Kong
Rating: 8/10

Cina, il narcotrafficante Timmy finisce nelle mani della squadra del capitano Zhang Lei, il criminale pur di scampare alla pena di morte sceglie di collaborare alla cattura di alcuni pesci grossi. Zhang Lei e suoi uomini si gettano in una operazione sotto copertura per avvicinare i contatti indicati da Timmy, chiamato a sua volta a partecipare ai pericolosi incontri. Il traffico di droga e soldi che emerge è enorme, come l’alto sacrificio che i valorosi membri delle forze dell’ordine stanno per compiere…

Se anche l’illustre Tsui Hark con il recente The Taking of Tiger Mountain (2014) ha sposato in pieno, senza troppi traumi, la retorica patriottica nazionalista della Cina popolare, si può capire meglio il tentativo del collega Johnnie To che lo anticipava di alcuni anni con il suo Drug War. Il film del regista, da tempo un’autorità del cinema action-noir mondiale, è il primo da lui girato per intero in Cina, un poliziesco retto da una disciplina quasi marziale e “statalista” che impone una lotta spietata ai criminali che danneggiano il popolo cinese e i suoi interessi. Si delinea una tremenda resa dei conti interna avvincente ma anche glaciale e poco romantica, in linea con il cinema di Johnnie To e dei suoi eroi spinti da pulsioni irrefrenabili quanto autodistruttive, violente. In poche parole Drug War sembra sancire, in termini ideologici(rigidi) e sperimentali(poco), un distacco dai canoni del cinema di Hong Kong che lo stesso autore ha negli anni contribuito a modellare.

La buona novella è che Johnnie To sembra avere metabolizzato il tutto con la solita classe che lo contraddistingue, Drug War è infatti un grande film, forse anche uno dei migliori in carriera del regista per quel senso di sconfitta che ti assale alla fine, per l’imprevedibilità degli eventi e l’ironia della sorte impegnata a scherzare con la morte. Ci sarebbe da parlare a lungo del finale, con quella sparatoria gigantesca e interminabile nelle strade spoglie di quel nuovo enorme mostro suburbano che è diventata la Cina, ma vorrebbe dire togliere la sorpresa e il coinvolgimento, del resto Johnnie To ha sempre gradito questo tipo di situazioni nei suoi film, in questo caso a emergere è un eroismo corale, di sacrificio, mentre l’egoismo dei singoli è punito e malvisto. Facile intendere il messaggio piegato a un volere imposto dall’alto, sembra proprio così.

Lo scenario desolante della Cina attuale, strade e agglomerati anonimi e per lo più poveri, è lo sfondo di una caccia grossa portata da una squadra di poliziotti nei confronti di una banda di trafficanti, il collegamento e vero Deus Ex Machina della vicenda è il personaggio del criminale Timmy di Louis Koo, da notare che prima di divenire una star di Hong Kong sconta quasi due anni in carcere per rapina(!), un eroe negativo che accetta di tradire i membri dell’organizzazione in cambio della salvezza, una condotta che porta a una spirale pericolosa di doppi giochi e colpi di scena. A questa figura incombente si contrappone quella del detective interpretato da Sun Honglei, bravo ma dall’aspetto più anonimo, prerogativa questa forse voluta per non apparire troppo a svantaggio dei colleghi, in verità più defilati e tra i quali si segnalano alcune graziose poliziotte serissime e ligie al dovere.

Sceneggiatura scritta a quattro mani, tra le quali spicca quella del fidato compagno ombra Wai Ka Fai, il produttore è comparso al fianco di To sin dalla metà anni 90, anche come co-regista, un bel tratteggio del mondo criminale che descrive personaggi a prima vista buffi, il gangster chiamato ahah per via della risata fragorosa o i due fratelli killer muti, ma pronti a scatenare un inferno di pallottole e sangue che si estende verso il già citato finale. Nel cast si riconosce anche Sam Luet (Fatso), l’inconfondibile talismano del regista che oltre a essere un maestro del cinema action dimostra di sapere gestire divertenti e tesi momenti di tensione (la fermata delle macchine al semaforo rosso, l’incontro a tavola nella stanza d’albergo). Le belle musiche del francese Xavier Jamaux, già utilizzato nel precedente Mad Detective, contribuiscono alla riuscita di un film da poco disponibile anche nella versione italiana.

Sciamano

Drug War