End of Watch

Aggiornato il Novembre 22, 2012 da Il Guru dei Film

end of watchJake Gyllenhaal e Michael Pena sono due poliziotti al servizio del cittadino nell’inferno di South Central, dove sono alle prese anche con i narcos messicani, in un ottimo film scritto e diretto da David Ayer, l’autore di Training Day.

End of Watch – Tolleranza Zero è un ottimo poliziesco urbano scritto e diretto da uno specialista come David Ayer, sceneggiatore di Training Day, Indagini Sporche (Dark Blue), S.W.A.T.

Come spesso accade, il titolo italiano può essere fuorviante: End of Watch in realtà va tradotto con fine del turno e il giustizialismo che è inevitabilmente collegato all’espressione tolleranza zero è l’esatto contrario dell’atteggiamento seguito dai due poliziotti protagonisti del film.

Bryan Taylor (Jake Gyllenhaal) e l’immigrato Mike Zavala (Michael Pena) sono due agenti in servizio a Los Angeles. Sono amici per la pelle, diversi ma perfettamente compatibili e, soprattutto, vivono il loro lavoro con assoluto spirito di servizio. Sono insomma due disposti a rischiare la vita per l’incolumità dei cittadini, nonostante siano assegnati a South Central, la zona più pericolosa e violenta di Los Angeles. E nemmeno quando il loro lavoro finisce per dare fastidio agli affari del cartello di Sinaloa, uno dei più potenti e feroci gruppi di Narcos messicani.

 

end of watch

 

Taylor gira un video didattico sul suo lavoro e questo permette di arricchire il racconto dell’espediente della narrazione in prima persona con l’uso della camera a spalla. 

C’è un mix mirabile tra l’adrenalina del poliziesco e l’aspetto privato di questi due uomini che potrebbero anche essere considerati degli eroi. I due sono talmente legati che le loro donne, Anna Kendrick e Natalie Martinez sono come due sorelle. 

Gli interpreti sono perfetti e diretti benissimo: con Bryan Taylor Jake Gyllenhaal propone un ruolo diverso da quelli per cui è conosciuto e insieme a Michael Pena disegnano, con performance di alto livello, due personaggi mai troppo lontani dal dramma della realtà.

Paolo Biamonte

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