Aggiornato il Novembre 5, 2008 da Il Guru dei Film
Paese: Francia
Il clamoroso film di debutto del regista francese Xavier Gens che ha indotto la 20th Century Fox ad affidargli l’action blockbuster "Hitman".
Parigi: la città è sconvolta da una sommossa popolare inferocita dall’imminente insediamento al potere del candidato dell’estrema destra. Una banda di cinque giovani approfitta della confusione per mettere a segno un colpo ma la polizia li bracca e ferisce gravemente uno di loro. Il ferito viene trasportato all’ospedale dalla sorella Yasmine e il suo fidanzato con l’intenzione di raggiungere al più presto gli altri due ragazzi, arrivati presso un motel sulla frontiera del Lussemburgo per attenderli. Il motel si rivela però una trappola mortale organizzata da pazzi scatenati.
I disordini provocati dai giovani e arrabbiati "casseurs" francesi, riprodotti nelle bellissime e drammatiche immagini-repertorio (primavera 2006) che scorrono nel prologo, precipitano immediatamente "Frontière(s)" in un pozzo nero di disperazione e violenza dal quale è impossibile risalire. L’unico barlume di speranza in un mondo immerso nel caos è Yasmine, giovane donna incinta decisa a proteggere il suo bambino dal male. Ma tentare la fuga è inutile e le brutte sorprese attendono in agguato anche nei posti più impensabili, come uno sperduto motel in mezzo alla campagna.
[[Xavier Gens]] è uno degli ultimi a rielaborare i temi della "paura rurale", codificati nei seminali "[[Un tranquillo week end di paura]]" e "[[Non aprite quella porta]]" e riproposti con forza dal cinema horror U.S.A. del nuovo millennio ("[[La casa dei 1000 corpi]]", "[[Non aprite quella porta remake]]", ecc.), un regista che riesce a rinnovare clichés ormai stranoti e visitati anche dai recenti "[[Haute Tension]]", "[[Sheitan]]" e "[[Calvaire]]", altre pellicole di origine francese (il film di Du Welz è in realtà belga).
"Frontière(s)" è un tuffo nel cinema più selvaggio degli ultimi 40 anni, un film referenziale che non nasconde di esserlo, che omaggia a piene mani innumerevoli pellicole (si può riconoscere nel personaggio della ragazzina spostata un richiamo a l’antesignano "Spiderbaby") ma che ha nella fluida direzione di regia la maggiore qualità: Gens è al debutto ma ha un controllo totale dei tempi e la messa in scena non conosce incertezze.
La vena di follia che attraversa "Frontierè(s)" si presenta in varie forme: c’è l’immancabile (per il genere) pulsione cannibale, il retaggio dell’orrore nazista (il "divertente" personaggio di Von Geisler), i disturbi mentali di cui sono affetti praticamente tutti i membri della "famiglia" degenerata e non mancano torture e omicidi a sangue freddo.
Buona parte della vicenda è ambientata nel sottosuolo del motel, in quello che sembra un vecchio bunker della seconda guerra mondiale e gli scenari freddi e asettici ricordano il laboratorio sotterraneo de "[[Il giorno degli zombi]]". La sensazione di claustrofobia è soffocante e la sequenza del cunicolo pareggia quella simile ed insostenibile del film "[[The Descent]]".
Tra gli attori compare un irriconoscibile [[Samuel Le Bihan]] ("[[Il patto dei lupi]]") bravo a trasformarsi nel violento energumeno Goetz, mentre la scelta di [[Karina Testa]] per il ruolo dell’eroina Yasmine si dimostra più che felice, inoltre la giovane attrice oltre che di nome è bella anche di fatto.
Pur non essendo una grossa produzione la pellicola è tecnicamente impeccabile, curata nel concitato montaggio (la fuga iniziale per es.) e nella notevole colonna sonora che irrompe solo in poche e significative situazioni (la bella sequenza del taglio di capelli) ed anche gli effetti splatter, abbondanti e protagonisti nel secondo tempo, irrorano di sangue e aprono la carne dei martoriati corpi dei personaggi con morbosa efficacia. Grandissimo film horror.
Rating: 8/10