Aggiornato il Ottobre 16, 2009 da Il Guru dei Film
Adam Sandler nella migliore performance della sua carriera in una commedia diretta in modo magistrale da Judd Apatow e interpretata benissimo da Seth Rogen, Leslie Mann, Eric Bana e Jason Schwartzman. Con un cameo di Eminem.
C’è qualcosa di profondo nel fatto che Funny People sia un film divertente, che fa pensare e che offre le migliori performance della loro carriera di Judd Apatow come regista e di Adam Sandler come attore (per non dire di quelle, ottime di Seth Rogen, Leslie Mann, Eric Bana e Jason Schwartzman). La verità. Funny People è il ritratto dell’universo, anzi del microcosmo autoreferenziale e nevrotico, degli stand up comedian, un mondo che Apatow conosce bene, essendo stato lui stesso un comico da monologo nei club e anche l’ autore per uno più bravo di lui, col quale divideva la casa e che era Adam Sandler. Nessuno meglio di lui poteva raccontare con tale precisione psicologica le dinamiche di un ambiente dove tutti hanno la pulsione a essere divertenti, a sorridere anche quando si stritolerrebbe il byte e la bocca dello stomaco è serrata. E dove, magari in un clima conviviale, c’è una competizione feroce e l’amicizia è una merce rara.
Allora. Adam Sandler è George Simmons, un comico passato dal palcoscenico a Hollywood che si gode un’opulenta esistenza da star di film comici per famiglia. La goduria finisce il giorno in cui il medico gli annuncia che, a causa della leucemia, gli resta un anno di vita. Simmons scopre così di avere un esercito di fan ma nessun amico. Si rivolge a un giovane collega, Ira-Seth Rogen che gli fa anche da autore. George lo addestra, gli leva le paure, gli insegna i segreti del mestiere. Tutto ciò non gli impedisce di essere anche un bastardo, uno con cui sarebbe impossibile convivere, ma tremendamente divertente.
Durante questa sua ricerca di conforto umano, incontra Laura-Leslie Mann (la signora Apatow), l’amore della sua vita che lui ha perso per i suoi comportamenti poco affidabili. Laura si è sposata con un minaccioso fustacchione, Eric Bana, in un matrimonio non proprio felice, in cui l’unico spazio di serenità è nelle due deliziose bambine (Iris e Maude Apatow). Laura accetta il suo ruolo di spalla, accompagnando George lungo un percorso (come al solito non vi raccontiamo tutta la trama) che avrà un’evoluzione diversa dal previsto e al termine del quale il protagonista si troverà molto cambiato.
Va detto con piacere che tutti recitano al massimo delle loro possibilità: Sandler mette in mostra una varietà di registri assolutamente sconosciuta ai personaggi che l’hanno reso famoso e lo stesso vale per Seth Rogen: come è stato scritto, è come se dessero voce a un nuovo attore finora rimasto dentro di loro. Leslie Mann è semplicemente deliziosa, mentre Eric Bana rivela un’insospettabile verve comica. Quanto a Judd Apatow, si capisce che questo è il suo film, tra l’altro fotografato da Janusz Kaminski, premio Oscar per Schindler’s List. Lo si capisce non solo dalla profondità con cui racconta un mondo e dalla levità con cui ci fa ridere, ma anche dalla fluidità con cui inserisce storie e personaggi laterali che vengono evidentemente dal suo passato. Su tutti la performance di Jason Schwartzman nei panni di un attore di sit com che divide la casa con Ira e un super competitivo autore di script comici. Al tutto si aggiunga una belle serie di camei dove spicca quello di Eminem il cui suggerimento a George è il seguente: "meglio morto che in in un altro di quei tuoi stupidi film". Apatow ha poco più di 40 anni ed è al terzo film: c’è davvero di che sperare nel suo talento di regista e autore con una famiglia meravigliosa.
Paolo Biamonte