Fury (2014)

Aggiornato il Giugno 8, 2015 da Il Guru dei Film

La missione di una squadra di carristi dietro le linee nemiche nella Germania nazista. Aprile 1945, Germania. L’avanzata delle forze alleate stringe d’assedio la Germania nazista, i tedeschi però non si arrendono e oppongono una strenua resistenza …

 

Un sergente americano e l’equipaggio del suo carro armato sono chiamati alla difficile missione di incunearsi nel fronte nemico per consentire l’arrivo dei rinforzi.

Hollywood e i film di guerra portano, inesorabile, a discorsi politici/polemici e di tornaconto, anche Fury non è esente da critiche che si possono riassumere in: retorica dei vincitori, scarso se non assente tratteggio del nemico. Per farsi un’idea non resta che l’ovvietà di vedere Fury che si difende bene al contrario di altre opere più altisonanti e recenti (l’osannato American Sniper), il film di Ayer restituisce un quadro crudo che ha il torto di eccedere verso il finale in improbabili esagerazioni spettacolari ma quello che si è visto prima è come un film di guerra deve essere: duro, implacabile, con un ricostruzione degli scenari e dei mezzi convincente. Il fatto della mancata raffigurazione dei tedeschi è in parte falsa, visto che nel blocco centrale del film entrano in scena dei personaggi femminili a contatto con i protagonisti, non parlano molto ma sono significativi e al centro di sequenze intense che riescono in qualche modo a fare capire cosa voleva dire vivere la tragedia di quei giorni.

Brad Pitt ancora a caccia di nazisti dopo Bastardi Senza Gloria, qui i toni sono più cupi e disperati, nel ruolo di un sergente veterano capo-carro che respira l’orrore della guerra da anni, segnato nello spirito e nel corpo, un’eredità che gli consente di essere un militare dal sangue freddo e spietato assassino: la spettrale scena iniziale su un campo di battaglia abbandonato. A questa figura si contrappone quella del novellino artigliere Norman di Logan Lerman, una “furbizia” di sceneggiatura collaudata sin dagli albori del genere, il ragazzetto capitato nel posto sbagliato nel momento sbagliato che ha lo sguardo vergine dello spettatore, pronto a cadere nel pozzo nero senza fine della guerra. Il regista David Ayer calca la mano nella rappresentazione della brutalità (umana), nel precedente Sabotage si intuiva un’attrazione in questo senso, ma giustificata visto l’ambientazione della lotta feroce in prima linea: non si risparmiano teste tranciate da colpi di cannone, arti squarciati, corpi carbonizzati,ecc. mentre le immagini che restano e fanno più male sono forse quelle dei cadaveri nel fango caricati dalle ruspe.

Fury Poster cast

Fury è un film sul carro armato e la vita al suo interno in azioni di guerra, uno dei migliori mai fatti nel sotto-filone che conta opere notevoli come Belva di guerra (straordinario) e Lebanon, e da questo punto di vista non si rimane affatto delusi per il grande realismo e coinvolgimento. La premessa (reale) è che gli americani sono/erano equipaggiati con i carri Sherman, più piccoli e meno potenti dei Panzer Tiger tedeschi. Sono almeno un paio le sequenze memorabili con i carri: un’avanzata in campo aperto sotto i colpi dell’artiglieria anti-carro tedesca, un vero e proprio duello pieno di tensione tra uno Sherman e un Tiger girato alla grande da Ayer, forse una scena mai vista prima in un film di guerra. Completano l’equipaggio del carro un bravo, non capita spesso di dirlo, Shia LaBeouf, il cannoniere detto “bibbia” per via delle continue citazioni religiose, e i rudi personaggi di “Gordo”, il pilota interpretato da Michael Pena, e il servente di John Bernthal. Il finale, come detto, esce un po’ dal solco realistico della pellicola per infilarsi in uno scontro eroico improbabile, resta il fatto che lo spettacolo non manca di sicuro. Al momento è il migliore film di David Ayer promosso alla regia dell’atteso cinecomix “Gangster Squad”.

Tit. Originale: “Fury”
Paese: USA
Rating: 7/10

 

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