Aggiornato il Dicembre 10, 2013 da Il Guru dei Film
Il secondo capitolo della saga del Dio del tuono Thor.
Il pianeta di Thor, Asgard, è in pericolo per il risveglio di una forza distruttrice racchiusa nel misterioso Aether, la sostanza cercata dal malvagio capo degli Elfi Malekith che ha giurato vendetta al regno di Odino.
Un portale spazio temporale collegato con la Terra ha sprigionato i poteri dell’Aether, l’oscura materia ha contaminato il corpo della studiosa Jane Foster, Thor torna quindi in soccorso dell’amata e la trasporta a Asgard che viene presa d’assalto dalle forze di Malekith. Il fratello di Thor Loki intanto è rinchiuso nelle segrete del palazzo di Odino.
I Marvel Studios incalzano come non mai, un ciclone che sta modificando, o meglio, lo hanno già fatto, il modo di intendere il cinema spettacolare fantastico di questi anni, con una serie di film dal forte impatto e successo smisurato, non sempre meritato. Cominciano difatti a somigliarsi tutti i cinecomix, in generale, in particolare i film dedicati ai “Vendicatori”, di cui fa parte anche il nuovo e luccicante, a dispetto dei toni dark (sin dal titolo), “Thor: Dark World”, altro tassello di una saga che fa capo a “The Avengers”, citato nei dialoghi nel corso della vicenda, propedeutico ad altri futuri collegamenti (Guardians of the Galaxy). Come nei fumetti del resto si rischia la saturazione e, di conseguenza, l’omologazione. Dietro le quinte Kevin Feige gongola, il nome forse dice poco ma si tratta del 40enne presidente dei Marvel Studios, il quale vede crescere un impero calcolabile in miliardi di dollari.
“Thor: Dark World” ricorda il recente “L’uomo d’acciaio” che a sua volta ricordava il primo “Thor”, insomma l’interscambio con i rivali della DC Comics pare inevitabile, il buon eroe biondo con le fattezze di un taglialegna norvegese Thor (Chris Hemsworth) torna con il suo martello-boomerang a infiammare i cieli di Asgard, l’eroe e anche l’attore devono contenere più che altro un rivale forse inaspettato, il capitolo registra l’ascesa del personaggio di Loki, saggiamente fatto decantare sino alla parte centrale del film, interpretato dal gettonatissimo (anche troppo neh, cosa mai avrà fatto di eccezionale) Tom Hiddlestone che ha visto le sue quotazioni impennarsi manco in una seduta di Wall Street . La verità è che la prima parte del film non regge il confronto con la seconda, ossia quando entra finalmente in azione il tagliente e imprevedibile Loki.
Questa volta Kenneth Branagh è sostituito alla regia dall’emergente Alan Taylor, reduce dai successi della serie “Trono di spade”, per essere cattivi diciamo che quasi nessuno si accorge della differenza, questo accade quando le produzioni sono mastodontiche e contaminate da effetti speciali ricchissimi, insomma capita spesso. Un segno distintivo che può risultare fatale è l’eccessiva indulgenza verso la componente ironica, cosa che ha già intaccato la serie e il personaggio di Iron Man, può infastidire e gestirla non è affatto semplice nel momento di concepire sequenze di distruzione e di morte (?). Anche per questo, forse, uno dei momenti più tosti e riusciti è quando questa è assente: l’evento drammatico causato dalle forze di Malekith, l’ordinario ma diligente villain di Christopher Eccleston (uno specialista, era Destro nel primo G.I.Joe), la conseguente cerimonia funebre appare sontuosa, quasi toccante, con reminiscenze di “Star Wars: Episodio III”, con il cielo stellato di Asgard carico di dolore. Il ricordo del film di Lucas, inoltre, è rafforzato dalla presenza della sempre bella e affidabile Natalie Portman nel ruolo di Jane Foster.
“Thor: Dark World” non è un film imperdibile, si ridacchia anche troppo, caliamo un velo pietoso sulle chiappe scoperte (non è una frase figurata) del volenteroso scienziato pazzo di Stellan Skarsgard, la mattatrice resta la Darcy di Kat Dennings, un personaggio che sembra uscito da una commedia teen anni 90. Anche Thor non si fa mancare qualche gag di troppo: il martello appeso all’attaccapanni(!). Altri attori paiano sprecati, come la guerriera Sif di Jamie Alexander e il non pervenuto, come nel capitolo precedente, guardiano Heimdall di Idris Elba. Le scenografie sono buone e le scene spettacolari gradevoli, soprattutto verso il finale che coinvolge Londra, mentre il paesaggio del Mondo Oscuro ricorda quello di “Prometheus” dato che le locations dell’Islanda sono le stesse. Hanno stufato e aggiungono poco o nulla le solite scene poste all’interno e alla fine dei titoli di coda, questa volta sono ben due, una è diretta da James Gunn il regista del futuro “Guardians of the Galaxy”.
Titolo Originale: “Thor: Dark World”
Paese:U.S.A.
Rating: 6/10