Aggiornato il Aprile 13, 2015 da Il Guru dei Film
Il terzo fantascientifico film di Neill Blomkamp.
In un prossimo futuro l’industria tecnologica Tetravaal rifornisce la polizia del Sudafrica di agenti androidi, unità robotiche di supporto sul campo efficienti e ubbidienti. …
Il giovane creatore del progetto si spinge oltre e sperimenta su un androide danneggiato un programma che gli permetta di apprendere e interagire in modo autonomo la realtà che lo circonda. Il prototipo viene trafugato da una gang di balordi che lo vuole utilizzare per compiere crimini, l’androide si riconnette in un nuovo mondo, sconosciuto e pericoloso, in poco tempo assimila informazioni e sensazioni, i nuovi padroni inoltre gli donano anche un nome tutto suo: Chappie.
I fan di District 9 possono tirare un sospiro di sollievo, Neil Blomkamp ritrova l’ispirazione creativa del suo primo film andata in parte smarrita nel successivo Elysium, il giovane regista di origini sudafricana deve però ora fare i conti con il flop del suo ultimo Chappie, in italiano tradotto con il più anonimo Humandroid, male accolto dal grosso pubblico e da una buona fetta della critica. Inutile tentare di capire i motivi di tale debacle, quello che conta è che Chappie pulsa di vita (robotica) e riesce a emozionare, senza dimenticare l’estetica e lo stile del regista, ormai riconoscibile, seppure con margini di miglioramento che potrebbero già materializzarsi nell’annunciato e sorprendente nuovo film per la saga di Alien, nientemeno, previsto per il 2016. Siamo ancora nel Sudafrica del prossimo futuro violento e caotico, pieno di emarginati e forze repressive, un mondo che nonostante tutto può contare su eroi inaspettati, questa volta si tratta di Chappie, un robot, un “cucciolo” che deve imparare in fretta a crescere e combattere.
Neil Blomkamp dirige un film cyberpunk come non si vedeva da tempo, per ironia della sorte termine divenuto desueto, che guarda ancora una volta agli anni 80, a pellicole come Robocop (a proposito, il recente remake del film scompare di fronte a Chappie) e agli anime giapponesi, del resto l’aspetto di Chappie ricorda il robot Briareos di Applessed, dentro un contesto personale di crescita e umanità perduta che sembra sempre emergere nelle pellicole del regista. Chappie è un film fanciullesco che si scontra con la brutalità della vita, costruito su questo doppio piano che può sconcertare e apparire ingenuo, ma cosa c’è di più veritiero dell’ingenuità di un bambino? Chappie il robot è un “bambino” e come tale assorbe ogni nuova esperienza come una lezione di cui fare tesoro, uno scenario che permette una serie di numerose sequenze ironiche e divertenti, spesso buffe ma anche molto tenere, capaci di mettere in discussione e, spesso, in ridicolo le vite delle persone che incontra. Insomma, come nella migliore fantascienza, un robot più umano degli umani.
Chappie resta un film di fantascienza d’azione, Blomkamp è cresciuto a pane e film di James Cameron, con numerose sequenze di sparatorie drammatiche e inseguimenti girate con grande perizia e realismo, una prerogativa lasciata decantare per un finale esplosivo ed emozionante, tra combattimenti con armi tecnologiche e robot d’assalto. Ottimi gli effetti speciali di Chappie, in particolare i movimenti del robot protagonista sono stati riprodotti in motion capture dalle scene live action dell’attore feticcio Shalto Copley (District 9, Elysium), inoltre nel film il bravo Hugh Jackman, una volta tanto in una parte sgradevole di farabutto, guida con il controllo remoto di un casco neurale un bipede da combattimento, presente nelle sequenze più esplosive e spettacolari. Se il prossimo film di Alien sta per diventare una realtà, lo si deve anche al benestare entusiasta di Sigourney Weaver, qui presente in un ruolo di donna di comando molto simile a quello di Jodie Foster nel precedente Elysium.
La sorpresa del cast, che prevede anche la comparsa di un ottimo Dev “The millionaire” Patel nelle vesti del nerd creatore di Chappie, è tutta per la coppia di criminali punk-rap formata da Ninja e Yolandi, interpretati dai membri del gruppo hip hop sudafricano Die Antwoord: l’albino-bionda e iconica Yo-landi Visser e il tatuato Ninja, in pratica (quasi) nella parte di loro stessi, gli umani che interagiscono in maggiore misura con Chappie. I due sono talmente aderenti ai personaggi da essere stati una vera influenza per il film, sia per la composizione della colonna sonora ma anche a livello scenografico, per gli ambienti decorati e decadenti che sembrano scaturiti da un incubo street art. Chappie getta tanta carne al fuoco come si suol dire, nelle scene finali poi Blomkamp sembra farsi prendere la mano nella progressione degli eventi, dei peccati veniali e quasi inevitabili visto il potenziale enorme della storia. Averne di film come Chappie.
Titolo originale: Chappie
Paese: USA/Sud Africa/Messico
Rating: 8/10