I Bambini di Cold Rock (2012)

Aggiornato il Settembre 27, 2012 da Il Guru dei Film

i bambini di cold rockJessica Biel è la protagonista del terzo film di Pascal Laugier.
Nella piccola cittadina di Cold Rock si respira un’aria depressa per una statistica poco invidiabile: si tratta di una delle zone d’America con il più alto tasso di scomparse inspiegabili che riguardano i minori.

I residenti pensano apertamente che sia colpa di una maledizione, quella che accompagna “l’uomo alto”, uno spauracchio che molti dicono di avere visto nel buio della notte. L’infermiera Julia vive tranquilla la sua vita di donna separata con il figlio, una notte però scopre che qualcuno si é introdotto nella casa….

 Per i pochi che ancora non hanno familiarità con il nome di Pascal Laugier, si tratta del regista del fulminante “Martyrs” (2009), uno dei film (horror) più estremi e apprezzati degli ultimi 10 anni, l’alfiere della recente ondata proveniente dalla Francia formata da un pugno di registi (Alexandre Aja, Xavier Gens, ecc.) che è riuscita a conquistare una significativa esposizione in tutto il mondo. Laugier preferisce con questo nuovo “I Bambini di Cold Rock”, solito titolo italiano all’acqua di rose che stride di fronte al minaccioso originale “The Tall Man”, attenuare i toni e i riferimenti grafici splatter, cercare l’ultra-violenza della pellicola precedente è tempo perso, mentre prosegue la personale ricerca intorno al dolore e la sofferenza che accompagna il cinema del regista sin dai tempi dell’interessante esordio “Saint Ange”. I temi cari al regista si riconoscono anche in questa terza opera, così come alcuni snodi narrativi e il ricorso a protagoniste donne avvenenti precipitate in avventure estreme.

“I Bambini di Cold Rock” ha necessitato di un continuo rimaneggiamento in fase di sceneggiatura per la complessa storia basata su diversi cambi di direzione che spiazzano a più riprese, un rimando al precedente “Martyrs” che però risulta(va) più compatto e diretto, il procedimento rende la pellicola un finto horror, più vicino a un thriller, che guarda in faccia a certe realtà e alla condizione in cui versano diversi strati sociali, quelli di bassa estrazione, il quadro ricorda da vicino la white-trash descritta nel pregevole recente “Un Gelido Inverno”. Il contesto è situato nello stato di Washington (Twin Peaks, do you remember?) nei pressi di una cittadina minata dalla povertà e l’isolamento, il terreno fertile per la nascita di una leggenda intorno a un misterioso uomo dal volto indistinto che appare dopo la sparizione della vittima designata, sempre un bambino inghiottito nel nulla. A seguire le indagini si scorge l’agente federale interpretato da Stephen McHattie (Pontypool – Zitto o Muori), un personaggio esterno, che non conosce i segreti di Cold Rock.

i bambini di cold rock

Il cast è ben delineato da ottimi caratteristi, non male la madre spiantata di Samantha Ferris, ma la vera protagonista è Jessica Biel (“Non Aprite Quella Porta” remake) nel ruolo dell’infermiera Julia, anche senza trucco si fatica a non notare la bellezza dell’attrice, molto valida e coinvolta in sequenze che scivolano verso il genere slasher: l’inseguimento con il furgone sembra un omaggio a “Jeepers Creepers”. Ma tutto quello che si vede non è ciò che sembra, nel dipanarsi la vicenda stretta nell’ombra dell'”uomo alto” cambia fisionomia e produce rivelazioni non sempre all’altezza e convincenti, di sicuro non siamo dalle parti del solito film horror con al centro il boogeyman di turno, ma bisogna pur sempre munirsi di una forte sospensione di incredulità per digerire tutta la seconda parte di pellicola.

Le tristi sparizioni dei bambini di Cold Rock sono introdotte dalla voce off di una testimone silenziosa, la giovane Jenny con il volto di Jodelle Ferland (l’indimenticabile Sharon/Alessa in Silent Hill), una misteriosa ragazzina che interpreta gli accadimenti con dei disegni inquietanti su un bloc notes, il personaggio acquista sempre più importanza sino a un finale rivelatore che può lasciare perplessi. Pascal Laugier da far suo dimostra una grande perizia tecnica ma appare trattenuto, mancano sequenze veramente potenti, quelle di “Martyrs” incombono come monito, forse troppo attento a non alterare gli equilibrismi della sceneggiatura che porta la sua stessa firma. Da vedere ma con riserva.

Tit. Originale “The Tall Man”
Paese: Canada/Francia
Rating: 6/10