I Mostri della Città Sommersa (1966)

Aggiornato il Maggio 4, 2015 da Il Guru dei Film

Sonny Chiba contro i mostri del mare. Nel corso di un’esercitazione sottomarina da parte dell’esercito americano viene filmato uno strano essere umanoide che attira l’attenzione dei giornalisti presenti Ken e Jenny …

I due si tuffano con le mute subacquee per svelare il mistero e si ritrovano in una grotta sotterranea abitata da strani uomini-pesci che li catturano. La marina americana intanto prepara una spedizione di salvataggio….

Una delle tante co-produzioni giappo-americane del cinema fantastico anni 60 fatta con pochi soldi e un cast in gran parte anglosassone, con la rimarchevole eccezione del protagonista interpretato da un giovane Sonny Chiba, una leggenda del cinema giapponese. La regia e i restanti credits tecnici sono tutti di origine nipponica e anche il tema dei mostri provenienti dal mare, causato dalla presenza di forte radioattività, è tutto da ricondurre all’immaginario del cinema giapponese. Anche ne I mostri della città sommersa compare l’elemento del pericolo nucleare con il quale il Giappone ha iniziato a convivere a partire dalle fatidiche tragedie di Hiroshima e Nagasaki, sino alla produzione di energia nelle centrali atomiche sparse per il paese. Nel film si ipotizza lo stoccaggio di scorie radioattive nel fondo del mare, la sceneggiatura si lascia andare a una scellerata incongruenza visto che proprio in quel tratto di oceano vengono predisposte delle esplosive esercitazioni militari.

Dei plastici e vasche piene di acqua solcate da miniature di sommergibili riproducono le scene iniziali delle esercitazioni, siamo pur sempre nel 1966, non è comunque causata delle manovre militari la comparsa di mostri marini umanoidi molto simili al gillman de Il mostro della laguna nera, ma bensì per gli sconsiderati esperimenti di una cricca di scienziati che si è isolata dal mondo per perseguire incredibili ricerche tecnico-scientifiche avanzate, usando l’energia nucleare e le scorie nucleari poste in fondo al mare. La pellicola è piuttosto ambigua su questo aspetto ma propende per le forze militari mentre a uscire con le ossa rotte sono gli scienziati senza scrupoli e colpevoli di esperimenti disumani. Tra le due fazioni si inserisce la coppia di giornalisti interpretati dall’aitante Sonny Chiba nel ruolo di Ken e la bionda Peggy Meal nella parte di Jenny, bella attricetta scomparsa nel giro di una stagione alla quale devono avere detto di stare aggrappata a Sonny Chiba e di cacciare ogni tanto un bel urlo impaurito.

I mostri della città sommersa è un film dello specialista Hajime Sato, si firma con lo pseudonimo americano Terence Ford per rendere più internazionale il richiamo, lo stesso anno dirige il più noto e divertente “Il ritorno di Diavolik” (il live action di Phantaman per intenderci), due anni dopo l’apprezzato “Distruggete DC 59, da base spaziale a Hong Kong”. Il film è il debutto agli effetti speciali di Nobuo Yajima, in seguito curatore degli effetti di numerose storiche serie tv come Giant Robot e Guerre fra Galassie, a lui si devono le buffe creature uomini-pesce, a proposito il film anticipa il b-cult di Martino L’isola degli uomini pesce, altro non sono che stuntman con delle ridicole mute e maschere ricoperte da squame e lineamenti anfibi-rettiliani molto più cheap del famoso gillman. Gli esperimenti sulla mutazione dei corpi sono ripresi in una delle sequenze più suggestive con effetti in stop motion.

La città sommersa dell’evocativo titolo italiano non esiste, al suo posto dei freddi e asettici laboratori sottomarini, piuttosto scarni nelle scenografie, che sono il teatro di alcuni scontri scanditi da pistole con il silenziatore che saltano fuori da tutte le parti, a un certo punto tutti i personaggi sono armati di pistole. Il grande Sonny Chiba sempre pronto all’azione è all’inizio di una carriera prestigiosa ma in Italia si può dire che è uno sconosciuto visto che il 99% dei suoi film sono inediti. Pellicola improponibile per il pubblico odierno che si accalca per opere come Jurassic World, a tratti troppo povera e ingenua anche per gli appassionati del genere vintage, senza tenere conto delle pessime prove attoriali dei comprimari di Chiba, resta un film interessante e tipico della fantascienza giapponese del periodo e con qualche buon momento.

Tit. Originale: “Kaitei Daisenso”
Paese: Giappone/USA
Rating: 6/10