Aggiornato il Gennaio 26, 2011 da Il Guru dei Film
Colin Firth, Geoffrey Rush ed Helena Bonham Carter sono gli splendidi interpreti di questo film candidato a 12 Oscar che ricostruisce la storia di Giorgio VI d'Inghilterra, diventato re quasi per caso e costretto a curare una grave forma di balbuzie.
12 candidature all'Oscar sono un bel viatico per un film d'autore che racconta la storia vera di Giorgio VI d' Inghilterra, incoronato re dopo la morte del padre, Giorgio V, e l'abdicazione di suo fratello, Eduardo VIII che preferì l'amore per la divorziata Wallis Simpson al trono.
Il futuro re era però affetto da una balbuzie che lo rendeva insicuro e inadatto al potere per la sua incapacità di parlare in pubblico, proprio mentre Hitler, grazie anche al diabolico meccanismo della propaganda, si preparava a far sprofondare l'Europa nell'incubo.
Tom Hopper, il regista, è molto bravo a trovare un equilibrio tra il background storico e le vicende private dei reali d'Inghilterra. In realtà il film vive del rapporto tra il riluttante re e il logopedista dai metodi insoliti chiamato dalla moglie, la futura regina madre Elisabetta, interpretata da Helena Bonham Carter come sempre di una bravura da Oscar.
La sceneggiatura è scritta per due grandi attori: Colin Firth, il re, e Geoffrey Rush sono uno più bravo dell'altro nel dare vita a questo rapporto che ha la sua iniziale e inevitabile conflittualità e che finirà per dare all'Inghilterra un leader capace di pronunciare uno storico discorso che ispirerà il suo popolo a combattere il nazismo.
Il Discorso del Re è un esempio quasi classico di film fatto bene. La confezione è perfetta nel mescolare elementi storici con la voglia del pubblico di conoscere la vera vita dei reali, il mix di personalità (l'erede al trono viziato che abdica per amore, il fratello insicuro e balbuziente, il ruolo di sua moglie, il logopedista dai metodi inconsueti ma efficacissimi e la sua famiglia in difficoltà con il protocollo di corte) con il percorso di redenzione che, in un momento così tragico per la storia mondiale, fa di un uomo vittima della sua insicurezza un leader.
Ma tutto questo non avrebbe raggiunto questi risultati se non ci fossero stati tre attori come Colin Firth, che si sta imponendo come uno degli interpreti più bravi in circolazione, Geoffrey Rush ed Helena Bonham Carter.
Paolo Biamonte