Aggiornato il Gennaio 28, 2009 da Il Guru dei Film
La star del serial "Lost" Josh Holloway si ritrova nei freddi paesaggi del Maine alle prese con le forze del male che, a volte, hanno il volto angelico di un bambino.
Max Truemont (Josh Holloway) è deciso a dare una svolta alla sua vita e aprire, insieme alla compagna Roxanne (Sarah Wayne Callies), un ristorante. La banca però rifiuta di concedere a Max i prestiti necessari per la nuova attività, il ragazzo con riluttanza accetta quindi l’offerta del malvivente Sydney (Michael Rooker) a partecipare a quello che sembra il facile sequestro del figlio di una facoltosa famiglia nel New England. Il rapimento del piccolo David va a buon fine, i criminali giungono in un’isolata casa del Maine pronti a chiedere il riscatto ma presto scoprono, a loro spese, che il bambino nasconde oscuri poteri capaci di provocare inquietanti fenomeni.
Diavolo significa in origine "colui che divide", lo spirito del male che nelle crededenze cristiane ha sussurrato nell’orecchio di Giuda, il traditore del figlio di Dio: Gesù. Sin da subito ne "Il respiro del diavolo", titolo che non traduce correttamente quello originale ("Whisper", sussurro), si intuisce che il piccolo David non è un bambino normale, glaciale nelle risposte e intento in uno strano rituale sui resti di un corvo steso sulla neve il quale, poco dopo, sembra riprendere vita. Il male si presenta spesso sotto le forme più innocenti e nei luoghi più inaspettati.
Il regista Stewart Hendler, poco più che trentenne, non fa nulla per nascondere i richiami a "Omen il presagio" (1976) di Richard Donner, il capolavoro con protagonista il figlio del demonio, ed anche il piccolo David come il più illustre predecessore Damien é accompagnato da una schiera di neri cani ringhianti che lo proteggono a distanza, come dei guardiani dell’inferno pronti a scatenare la loro furia. Piuttosto riuscito il teso prologo nella foresta con una giovane vittima inseguita da un feroce lupo che termina con beffarda cattiveria.
Il film si regge su un’unica idea, questo il suo grosso limite, che si può riassumere nel sequestro avventato di quattro balordi della persona meno indicata e più pericolosa della terra, il plot si esaurisce già nel giro dei primi dieci minuti dove vengono compressi, con grande abilità bisogna comunque notare, tutti i personaggi e i meccanismi della vicenda. La parte centrale risente di questo aspetto e i cali di tensione e le situazioni scontate lo testimoniano, probabilmente anche lo sceneggiatore (Christopher Borrelli) deve averlo intuito in quanto verso la fine vengono introdotti almeno un paio di colpi scena per ravvivare una pellicola che in fondo merita di essere vista, in particolare dagli appassionati del filone demoniaco.
Il piccolo David ha il volto convincente di Blake Woodruff, come tutti i bambini ama disegnare peccato che prediliga rappresentare la morte e segnali funesti, la mente degli uomini per lui non ha segreti e il suo passatempo preferito é quello di inviare messaggi telepatici che invitano ad uccidere il prossimo. Egli recluta anime, per questo é giunto sulla terra.
Buona prova anche del resto del cast che propone il prestante Josh Holloway, direttamente dal successo del serial "Lost", nelle vesti dell’unico personaggio del film in cui é facile immedesimarsi: é un criminale ma in fondo non é cattivo e si spera che in qualche modo se la cavi. Al contrario troviamo il perfido Sydney, il capo della banda, interpretato dal mai dimenticato Michael Rooker ("Henry pioggia di sangue", "Slither"), ottima prova la sua, e il suo disgustoso tirapiedi Vince (Joel Edgerton). Brava l’attrice Sarah Wayne Callies ("Prison Break") nel ruolo di Roxanne, la ragazza che deve accudire il piccolo David nella sperduta casa in mezzo alla foresta.
Hendler, praticamente al debutto, dirige con uno stile "classico", niente inquadrature troppo ricercate e montaggi frenetici, e di questi tempi é merce rara, bisogna aggiungere che la fotografia che rende il paesaggio nevoso del Maine lugubre e misterioso é curata dal prestigioso Dean Cundey ("Halloween", "1997 Fuga da New York", "La Cosa", ecc.), gli effetti speciali sono utilizzati con parsimonia e la computer grafica compare in maniera evidente solo in un paio di sequenze senza essere troppo invasiva. Il finale nella foresta si concede almeno due citazioni clamorose, anche se forse non volute (?), riguardanti "Shining" di Kubrick e "I tre volti della paura" (l’episodio "I Wurdulak") di Mario Bava. Non male anche se si poteva fare sicuramente meglio.
tit. originale: "Whisper"
paese: USA
rating: 6/10