Aggiornato il Luglio 7, 2011 da Il Guru dei Film
Il famigerato nazisploitation con protagonista la perversa Ilsa. Seconda Guerra Mondiale, in un campo di concentramento nazista la dottoressa Ilsa compie indisturbata sevizie ai danni delle prigioniere ebree e non disdegna i servizi sessuali dei prigionieri uomini.
Le atrocità non conoscono sosta ma un gruppo di donne ha intenzione di organizzare la fuga con la collaborazione di un soldato americano.
Verso la metà degli anni 70 il filone "Women In Prison" trova una nuova variante impazzita, quella dei "Nazisploitation", e un'eroina capace in un solo colpo di incarnarne la perversione e la violenza: Ilsa, l'aguzzina (sexy) delle SS. Il film "Ilsa la Belva delle SS" è a suo modo un classico del "Sex & Violence", il primo di una serie sulle gesta con la provocante protagonista, come dimenticare il successivo evocativo titolo di "Ilsa la Belva del Deserto"(?), e iniziatore di un vero filone assorbito dal cinema exploitation italiano che, ai tempi, non si lascia sfuggire l'occasione di produrre a basso costo diversi horror, basati su una miscela esplosiva di sesso, sangue e violenze assortite ambientati in lager nazisti ("La Belva in Calore").
A inizio film compare una didascalia che tenta di giustificare in qualche modo lo spettacolo condito di sangue e nefandezze a firma del produttore Herman Traeger, pseudonimo che nasconde il nome di David F. Friedman, uno che di exploitation se ne intende, produce nel 1963 il precursore "Bloodfeast". La fonte di ispirazione non ha bisogno di particolari preamboli, il nazismo e la sua voglia di imporre il concetto della razza ariana hanno raggiunto nel corso della seconda guerra mondiale gli abissi del male puro, in questo caso l'attenzione verte sugli esperimenti condotti nei lager nazisti, pratiche tutt'altro che fantasiose e incarnate dal tristemente noto dottor Mengele. L'idea è quella di inserire pesanti allusioni sessuali, nella maggior parte pruriginose e assolutamente gratuite, in ogni sequenza compare sempre qualche corpo nudo integrale femminile, spesso umiliato e abusato dai carnefici nazisti.
L'attrice dal seno prorompente Dyanne Thorne, sembra uscita da un film di Russ Meyer, è la bionda Ilsa, il comandante di un lager convinta a perseguire, tramite cruenti esperimenti medico-scientifici, la teoria secondo la quale il corpo delle donne è in grado di sopportare qualsiasi dolore, al fine di creare il super soldato pronto al sacrificio del terzo Reich. Tra marcette naziste in sottofondo e ritratti di Hitler e Himmler che campeggiano ovunque Ilsa mette in piedi un teatro dell'assurdo, all'interno di camere di tortura dai muri imbrattati di sangue, al suo fianco due fedeli aiutanti, identiche per aspetto, bionde e formose, strette nelle divise delle SS che spesso allentano per mostrare il seno nudo. Il trio di virago ariane si accanisce su un gruppo di ragazze che nei migliori dei casi subiscono ispezioni (interne) corporali, Ilsa si prodiga di persona a infilare nelle parti basse delle vittime un fallo enorme attraversato da una serpentina elettrica (!), sino a scivolare nella tortura medioevale della fustigazione e squartamento.