Aggiornato il Settembre 6, 2013 da Il Guru dei Film
Il nuovo film di Danny Boyle è un viaggio nella mente di un ladro sottoposto a ipnosi.
Simon aiuta una banda di criminali a trafugare un quadro dalla casa di aste per cui lavora, il colpo riesce ma non come previsto: Simon ha fatto il furbo e nascosto la preziosa tela da qualche parte ma, a causa di una botta in testa, non ricorda più dove. Il capobanda Franck, dopo le inutili maniere forti, decide di sottoporre Simon a delle sedute di ipnosi nel tentativo di fare emergere la memoria allo spaesato ragazzo.
Per entrare in sintonia con “In Trance” bisogna stare al gioco, accettare di essere sviati e seguire i diversi piani della (stessa) storia che si tinge di svariate connotazioni. A predominare resta un impianto di stampo classico, quello dell’intrigo a tinte noir, quasi da film americano anni 40 in cui il più delle volte il protagonista principale era sprofondato in una tela di sospetti e dannazione. Danny Boyle predilige film raccolti intorno a pochi personaggi, data la fama ormai consolidata potrebbe permettersi scenari di più ampio respiro e azione, e anche questa volta tende ad ambientare gli eventi in pochi spazi ristretti e ruotare l’interesse intorno alla mente sconvolta di Simon, interpretato da James McAvoy, sondato e sollecitato dagli altri due protagonisti principali: la terapeuta di ipnosi Elyzabeth di Rosario Dawson e il gangster con il volto affilato di Vincent Cassel.
Inizio brillante in stile pulp (fiction) con una divertente rapina ai danni di una elegante e prestigiosa casa d’aste, la voce off di Simon introduce e spiega i dettagli, in questi primi minuti Danny Boyle mette subito le cose in chiaro, può fare (anche) un film action di gangster quando e come vuole, meglio di tanti altri (qualcuno ha detto Guy Ritchie?) ma al regista interessa altro, va quindi a parare verso un’indagine insolita sfasata e lisergica. Può non piacere a tutti, risultare irritante esercizio di stile, ma dal regista di “28 giorni dopo” e “Trainspotting” era da mettere in conto. Boyle accarezza da anni “In Trance” insieme al fidato sceneggiatore John Hodge, coppia quasi fissa sin dai tempi dell’esordio di “Piccoli omicidi tra amici”, la lunga gestazione ha maturato una vicenda piuttosto intricata ma godibile, ci sono inevitabili interrogativi che emergono con il dipanarsi della matassa ma compaiono diverse situazioni divertenti, colpi di scena, a tenere desta l’attenzione sino al (semplice) finale risolutivo.
“In Trance” verte in pratica sulla prova attoriale dei tre protagonisti, non erano le prime scelte della produzione (in predicato c’era Michael Fassbender) ma si può ritenere il cast più che azzeccato. James McAvoy, meglio conosciuto come il giovane prof.Xavier del franchise X-Men, si produce in un personaggio schizzato e pieno di ombre, il punto di (non) vista dello spettatore è il suo, le difficoltà nell’apprendere i retroscena di una rapina con troppi misteri intorno possono essere svelate solo sottoponendosi all’ipnosi. Entrano cosi in scena la dottoressa di Rosario Dawson e le tecniche di ipnosi, a dire il vero i pazienti cadono subito in uno stato di dissociazione psichica appena iniziano le sedute, un personaggio che riserba più di una sorpresa ma l’attrice si lega al film per un paio di scene di nudo integrale davvero audaci. Il nudo femminile, e le sue parti intime, è un riferimento pittorico che ricorre nel film, la refurtiva da recuperare si tratta del “Volo di streghe” di Goya, Del resto, di stregonesco, nel film si possono cogliere delle tracce.
Vincent Cassel mette il pilota automatico per un ruolo di gangster violento ma piacione, su misura per l’attore francese, a completare un triangolo di personaggi che nel procedere dell’indagine vedono equilibri e motivazioni cambiare di continuo, in un turbine di flash-back, rivelazioni, allucinazioni e immagini reali confuse con sogni e ricordi. Insomma Danny Boyle si diverte a confondere e a giocare con i suoi protagonisti sino a trascinarli in una combinazione pericolosa di sesso e sangue, con una breve ma intensa incursione splatter. Il finale rivelatore riprende i ritmi action del prologo, incespica in qualche spiegazione di troppo ma data la consistente carne al fuoco messa a cuocere era inevitabile. Ottimo come al solito l’apparato tecnico e la colonna sonora è di grande atmosfera allucinata, una prerogativa dei film di Boyle.
Titolo Originale:”Trance”
Paese: Inghilterra
Rating: 7/10