Aggiornato il Aprile 10, 2006 da Il Guru dei Film
Quattro banditi tengono 50 ostaggi sequestrati in una banca di Wall Street nel primo film ad alto budget girato dal regista americano. Denzel Washington, Clive Owen, William Dafoe nel cast con Jodie Foster. La polemica contro il rap di 50 Cent.
Per la prima volta nella sua carriera , Spike Lee ha avuto la chance di firmare una produzione ad alto budget, 50 milioni di dollari. L'ha giocata puntando sul genere che gli americani chiamano heist raccontando la spettacolare rapina alla Manhattan Trust, una succursale di un'istituzione finanziaria internazionale a Wall Street compiuta da quattro rapinatori mascherati che tengono in ostaggio 50 persone. Quando un film comincia con una roba del genere significa che può contare su una trama zeppa di eventi. Inside Man è un mix di poliziesco e azione che schiera un cast con Denzel Washington, Jodie Foster, Clive Owen, William Dafoe, Christopher Plummer, e non rinuncia del tutto ai temi classici di Spike Lee, regista e intellettuale coraggioso, che ha il merito di difendere l'identità nero americana anche dagli stessi nero americani come 50 Cent, il rapper dell'entourage di Eminem diventato a sua volta una star, che fa passare per mito il suo passato di pusher-criminale coinvolto nella guerra combattuta grazie ai soldi del Rap. Il suo stile violento è uno dei bersagli dichiarati del film.
Così come non è sfuggito che una rapina con ostaggi a Wall Street è uno scenario sinistramente simile a quelli prospettati dagli esperti di terrorismo, l'incubo dell'America di Bush che allunga la sua ombra su questo film in modo inaspettato ma drammaticamente realistico attraverso la vicenda dell'impiegato di banca Sikh immediatamente trattato come un sospetto terrorista dai responsabili dell'inchiesta.
La rapina ha caratteristiche singolari: i banditi sono mascherati e fanno indosarre la maschera anche agli ostaggi, rendendo così quasi impossibile distinguere rapinatori e rapiti. Poi i personaggi coinvolti: Denzel Washington è un poliziotto che sta dietro la scrivania ma non ha perso lo spirito dello sbirro e poi è quello che fa la trattativa. E che riesce a capire che i banditi sono in stallo, per qualche misteriosa ragione stanno allungando i tempi.
Clive Owen passa buona parte del film dietro una maschera: il che non gli impedisce di esibirsi nel classico campionario di ottuse violenze che non può mancare al capo di una banda che fa una rapina. Figuriamoci, qui siamo a Wall Street. Il personaggio più iquietante di Inside Man è interpretato da Jodie Foster. Di lei non si sa nulla: l'unica certezza è che conosce tutti, a giudicare dalle attenzioni che riceve, non c'è un personaggio che abbia l'autorità sufficiente a non farla entrare in ufficio. La galleria è completata da Christopher Plummer, il presidente della banca, è lui che chiama la potente interpretata dalla Foster, con un passato nella seconda guerra mondiale e un presente dove qualcuno deve aver fatto confusione con l'età anagrafica (se ha fatto la guerra avrebbe 90 anni e Plummer non ha certo l'aspetto di un novantenne).
Inside Man segna dunque l'approdo nell'industria di un regista che si è imposto principalmente per la sua carica anti-establishment e per la ricerca di un modo di fare cinema popolare diverso dai clichè ma anche pieno di contraddizioni e, a volte, di testi discutibili. Una storia che ora per Spike Lee è diventata passato.