Io e Beethoven

Aggiornato il Giugno 14, 2007 da Il Guru dei Film

film: io e beethovenEd Harris e Diane Kruger protagonisti del film di Agnieska Holland che racconta il rapporto tra il sommo compositore e una splendida ragazza che l’ha aiutato a trascrivere uno dei suoi capolavori.

Con qualche felice eccezione, Amadeus per fare l’esempio più clamoroso, i film sui geni dell’arte riescono male. Il cinema è fatto di oggetti, azione e luce e così spesso, anche per tener conto delle esigenze commerciali, il ritratto di un pittore o di uno scrittore è stato ridotto a una figura che si accanisce con furia contro una tela, una macchina da scrivere, un computer secondo l’immancabile equazione che l’ispirazione passa per la tragedia.
Io e Beethoven mette in scena proprio tutti questi elementi: ambientato nel 1824 descrive la parte finale della vita del sommo compositore. Ormai definitivamente sordo, Beethoven sta componendo la Nona sinfonia (quella con l’Inno alla Gioia) immerso nella più totale confusione. Una studentessa viennese di musica si offre di trascrivere le sue infernali notazioni musicali. In principio il genio la caccia, rifiutando l’idea che una donna, e per giunta di abbagliante bellezza, possa mettersi al servizio della sua musica. Poi cambia rapidamente idea: sa che la vita non gli concederà piu’ molto tempo per portare a termine il suo lavoro e così nel suo appartamento poco illuminato, attraversato da topi e affollato di gusci d’uovo lui compone e lei copia. Fino a che una sera, con Beethoven sul podio di direttore, la Nona Sinfonia non viene eseguita in tutto il suo abbagliante splendore.
Con Io e Beethoven la regista polacca Agnieska Holland, l’Europa, vince una sfida. La scena dell’esecuzione della Nona Sinfonia vale da sola il biglietto. E poco importa se, come noteranno i musicologi più scrupolosi, l’orchestra in scena, la Kecskemet Symphony Orchestra of Hungary, non è quella che si ascolta che invece è la Royal Concertgebouw Orchestra of Amsterdam diretta da Bernard Haitin in una registrazione Decca del 1996. Il gioco contrappuntistico tra immagini e musica è perfetto e conduce con naturalezza in quell’universo a parte dove vive il genio musicale.
A interpretare Beethoven è Ed Harris, che abbiamo già visto nel ruolo di un altro genio, Jackson Pollock. Il ruolo era stato pensato per Anthony Hopkins rispetto al quale Harris ha meno carisma ma anche piu’ fisicita’ e meno autoindulgenza verso la propria bravura. Nascosto sotto l’inevitabile parrucca, Harris riesce a trasmettere quel tormento e quella pena che altri film cercano di raccontare attraverso immagini pittoricamente plastiche. Assolutamente all’altezza è la bellissima Diane Kruger, l’Elena di Troy, nel ruolo dell’appassionata copista. Il suo personaggio è di fantasia, perchè la storia racconta che Beethoven ha usato copisti uomini. E’ ovvio che inserire nel copione un rapporto tra il genio al crepuscolo della vita e una splendida ragazza devota alla sua musica è una scelta commerciale. Ma non esiste alcuna legge per cui una splendida donna non possa essere una brava attrice.
Paolo Biamonte