Aggiornato il Giugno 25, 2009 da Il Guru dei Film
La coppia di successo Wilson Yip–Donnie Yen produce l’ennesimo film-evento: il biopic su Ip Man, il maestro di Bruce Lee.
Cina, anni 30. Ip Man (Donnie Yen) è il maestro di arti marziali più rispettato di Foshan, una cittadina in cui prosperano numerose scuole di combattimento. A turno i maestri delle scuole sfidano il prestigioso concittadino in incontri a porte chiuse per evitare di rivelare il vincitore dei duelli che risulta essere sempre Ip Man. I giorni sereni sono agli sgoccioli, giunge l’invasione giapponese che annette Foshan e buona parte della Cina sotto il dominio dell’imperatore, Ip Man viene ridotto in povertà ma le sue doti di maestro marziale non passano inosservate al generale Miura che organizza un cruento torneo di combattimento con in palio dei sacchi di riso, divenuto oro per la popolazione stremata.
Il cinema di arti marziali rende omaggio al maestro Ip Man e lo glorifica come un simbolo nazionale da opporre all’invasore giapponese, se in passato altre opere cinesi mostravano aperture verso l’eterno nemico con “Ip Man” sembra di tornare ai tempi di certe pellicole anni 70, intrise di puro odio verso la terra del sol levante, il periodo storico che viene preso in considerazione lascia comunque pochi spazi di interpretazione sulla crudeltà inferta dalle truppe giapponesi in Asia all’alba del disastroso secondo conflitto mondiale.
Ip Man è un tranquillo aristocratico che non conosce rivali nelle arti marziali, il massimo rappresentante del “Wing Chun”, uno stile derivato dalla tradizione Shaolin basato sul contatto dell’avversario colpito a distanze ravvicinate con mosse poco spettacolari ed efficaci. Donnie Yen si cala nel ruolo principale con la classe che ormai lo contraddistingue, inoltre fisicamente dimostra molto meno dei suoi 46 anni, mettendo in pratica una serie di tecniche di combattimento veloci e violente coreografate dal leggendario Sammo Hung. “Ip Man” è ricco di numerosi duelli sin dal prologo ambientato in una colorata e ridente, forse anche troppo, cittadina cinese d’epoca ricreata con scenografie sfarzose in cui il clima piuttosto gioioso cambia bruscamente con l’arrivo delle truppe giapponesi nel 1937. Anche la fotografia vira in un grigiore opprimente che sottolinea la sterzata drammatica della pellicola, schematismi che Wilson Yip adotta con una certa naturalezza anche nella descrizione di certi personaggi di contorno.
“Ip Man” riesce nell’intento di risultare epico ed emozionante, anche con astuzie di sceneggiatura infallibili nel convogliare il pubblico verso la commozione (per es. la vicenda della scatola di metallo e il suo contenuto), una presa di coscienza da parte dell’eroe che arriva dopo la perdita di amici cari e le mire dei soldati per la bella moglie, la debuttante Lynn Hung (alta quasi 10 cm. in più di Donnie yen!), che lo portano a impiegare la sua devastante arte marziale contro i giapponesi. L’invincibilità di Ip Man può infastidire nel corso della pellicola, in effetti i suoi avversari cadono uno dopo l’altro in breve tempo, si possono comunque apprezzare scontri duri e intensi e la ormai famosa sequenza “uno contro dieci” che ricorda alcuni momenti di “Dalla Cina con furore” (1972) e “Fist of Legend” (1994), pellicole storiche che non possono fare a meno di essere accostate a “Ip Man” insieme a opere più recenti come “Fearless” (2006). Il finale è un ulteriore azzeccato cambio di scenografia che ritrae un enorme palco all’aperto in cui Ip Man sfida il temibile generale Miura (Hiroyuki Ikeuchi) in un violento e decisivo scontro.
Il celebre attore Simon Yam (“Exiled“) ricopre il ruolo di un uomo d’affari amico di Ip Man coinvolto in alcune sottotrame, con al centro la fabbrica di cotone di sua proprietà, che ben si intrecciano nel corso della storia focalizzata sull’ennesimo confronto/scontro tra due culture vicine geograficamente eppure distanti per tradizioni e storia, differenti anche nelle tecniche di combattimento riprese in evoluzioni che adottano, brevemente, gli aiuti innaturali del wire-work. Negli anni 50 Ip Man si trasferisce ad Hong Kong dove divulga in tutto il mondo lo stile del “Wing Chun”, tra i suoi allievi compare un giovanissimo Bruce Lee, la più celebre star di arti marziali di tutti i tempi, un episodio che viene solo fugacemente ricordato in un toccante momento verso la conclusione e che forse verrà narrato nell’annunciato “Ip Man 2”, in cui è previsto tra gli interpreti l’intramontabile Sammo Hung.
Titolo Originale: “Ip Man”
Paese: Hong Kong
Rating: 8/10