J. Edgar – Il mito fragile

Aggiornato il Gennaio 3, 2012 da Il Guru dei Film

J. Edgar

Clint Eastwood racconta la vicende pubbliche e private dell'uomo che ha fondato e diretto l'FBI per 50 anni. Con un Leonardo DiCaprio da Oscar e un cast con Judi Dench, Naomi Watts, Armie Hammer.

Clint Eastwood è un mito americano che racconta il Mito americano. Stavolta si addentra nelle pieghe della storia di uno dei personaggi più controversi, discussi e cinematografici del '900, J. Edgar Hoover, fondatore e poi direttore dell' FBI per mezzo secolo e otto presidenti, da Coolidge a Nixon, strenuo combattente del comunismo, inventore di un sistema di controllo dei potenti implacabile, considerato, a torto o a ragione, l'ispiratore di complotti, di omicidi come quello di Kennedy e di Martin Luther King, un nemico del pacifismo.

Più del mito Eastwood sceglie di raccontare l'uomo, che di problemi ne aveva un bel po': e lo fa servendosi di un grande sceneggiatore, Dustin Lance Black, autore di Milk, e di un grande cast con un formidabile Leonardo DiCaprio, sempre di più attore di levatura assoluta, nei panni di Hoover, Judi Dench, in quelli della madre, che ha un ruolo decisivo nell'evoluzione (o involuzione, dipende dai punti di vista) del protagonista, Naomi Watts, la fedele segretaria, Armie Hammer, nel ruolo, delicatissimo di Clyde Tolson, il braccio destro e suo amore segreto di una vita.

J. Edgar

L'omosessualità di J. Edgar (tutte le biografie raccontano della sua abitudine di indossare biancheria femminile) è una delle chiavi di lettura di un personaggio che ha fondato il suo potere proprio sui ricatti legati alle abitudini e alle devianze sessuali.

Come da manuale, il fondatore dell' FBI era il figlio di una madre che più che dominante era ossessionante, sicuramente decisiva per l'elaborazione di un personaggio dal potere enorme ma dalla personalità fragile.

Il film di Eastwood più che un grande affresco del '900 americano è un gioco di equilibrio tra l'uomo Hoover e il capo del'FBI: sui due prevale il primo, con una progressiva accentuazione con lo scorrere della storia, quando DiCaprio si trasforma in un dolente settantenne che per quarant'anni ha tenuto segreto il suo amore per l'uomo che gli ha praticamente vissuto accanto.

Paolo Biamonte

 

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