John Wick

Aggiornato il Gennaio 22, 2015 da Il Guru dei Film

Arriva il film che ha rilanciato la carriera di Keanu Reeves, un action sorprendente in cui un killer ritiratosi a vita privata compie una spietata vendetta ai danni di un boss della mala russa e di suo figlio …

John Wick è il film che ha rilanciato la carriera di Keanu Reeves e che, per incassi e qualità positive, è una delle sorprese della stagione.
John Wick è un action del genere vengeance diretto e prodotto da due stunt men coordinators di lungo corso come Chad Stahelsky e David Leitch e che rende omaggio al cinema di Honk Kong ma non dimentica la lezione, soprattutto sul piano della fotografia e dell’ambientazione notturna, di Drive e l’importanza dell’ironia.
La trama è di una semplicità assoluta: John Wick è un ex killer professionista che si è ritirato a vita privata. Ha perso la moglie e l’unico legame che gli resta con la donna è il cane. Una sera, il figlio di un boss della mala russa ha la malaugurata idea di rubargli la macchina, pestarlo fino quasi a farlo morire e uccidergli il cane. La morte del cane fa rinascere il vecchio John Wick che, per vendicarsi, stermina figlio, papà e tutta la loro truppa di super cattivi.
Detta così sembra l’ennesima riproposta di stilemi consunti e invece il film va più in là: intanto costruisce un universo notturno parallelo, un underworld diviso in categorie sociali dove esiste un hotel per killer e un codice di regole.
In un clima di ricercata eleganza formale, Keanu Reeves mette in scena con ironia la difficoltà di affrontare a 50 anni stunt impegnativi e combattimenti.
Le scene d’azione sono impeccabili e non poteva essere altrimenti vista l’esperienza di Stahelsky e Leitch ma va notata l’abilità con cui utilizzano la confidenza di Keanu Reeves con le arti marziali per allestire affascinanti sequenze di lotta con efficacissime coreografie di gruppo, utili anche a mascherare la diminuita agilità del protagonista.
Ma sorprendentemente, vista poi la trama, John Wick non è solamente azione perché non solo le sospensioni sono importanti quanto quelle in cui si spara, si combatte, si corre in macchina ma alla fine, una volta consumata la vendetta, c’è qualcosa in più di un classico finale edificante.
A questo punto un sequel sarebbe tutt’altro che una sorpresa.

Paolo Biamonte

{filmlink}10409{/filmlink}