Aggiornato il Gennaio 26, 2015 da Il Guru dei Film
Vendette implacabili e pallottole per l’ultimo film di Keanu Reeves.
John Wick si macera nel dolore per la morte della giovane moglie, l’unica consolazione è un cagnetto dato in regalo dalla consorte come suo ultimo ricordo …
Per John il destino si accanisce quando sulla strada incontra dei criminali che adocchiano la sua Mustang del 69, i quali non prendono bene il rifiuto dell’uomo di venderla. Il giovane sbruffone che guida la gang ha in serbo una brutta sorpresa: organizza una rapina nella casa di John che viene picchiato e lasciato agonizzante a terra, il piccolo cucciolo di cane è ucciso senza pietà. I criminali, collegati al boss più influente di New York, non sanno però che hanno toccato la persona sbagliata, John Wick infatti era il migliore killer in circolazione, ora pronto a ritornare in campo e scatenare una feroce vendetta.
Gli influssi del primo “Io Vi Troverò” si percepiscono nel nuovo action con protagonista Keanu Reeves, si ritrovano un eroe solitario super addestrato, scenari urbani e vendette da consumare contro decine di avversari che sbucano da ogni dove. Un film senza troppi fronzoli, semplice con un’aggiunta di un’ironia di fondo che tutto sommato non guasta. “John Wick” è un film d’azione collaudato che ha il difetto di essere prevedibile, sai già nei primi 10 minuti come andrà a finire. Prima di scatenare l’azione che giunge massiccia solo nella seconda parte, vi è tutta una fase di preparazione, in particolare sul personaggio John di Keanu Reeves che viene spacciato come l'”uomo nero”, un sicario infallibile “capace di uccidere tre uomini con una matita” (si, fa un po’ sorridere…). Combinazione vuole che i primi tre balordi incrociati per strada gli entrano in casa e lo massacrano senza problemi. Il film fa leva inoltre sull’insopportabile violenza contro gli animali, al cinema (e non solo) funziona sempre, quindi toccatemi tutto ma non il mio cane. Il problema è che per la morte ingiusta di un cucciolo si arriva a un massacro di decine di persone, francamente, esagerato. Se per sbaglio ammazzi la nonna di John Wick, che succede?
A parte alcune perplessità iniziali di sceneggiatura, “John Wick” fila via spedito e introduce un mondo dominato da killer professionisti che conducono una vita parallela rispetto la gente comune, a ben vedere l’elemento più interessante e insolito della pellicola, una realtà alternativa in cui le scene dei crimini vengono ripulite da “cleaners” occulti, simpatico riconoscere tra di loro il volto di David Patrick “guerrieri giochiamo a fare la guerra” Kelly, e i poliziotti sono cordiali e accomodanti, pronti a chiudere un occhio (l’incontro sull’uscio di casa tra John e l’agente rischia di essere il momento migliore del film). Forse era il caso di insistere sulle gerarchie e regole (non scritte) delle attività dei killer, l’attore Ian McShane nel ruolo di Wiston porta in quella direzione ma è solo accennata, come l’utilizzo dei gettoni d’oro che John Wick dispensa ai suoi colleghi. Intrigante appare il grosso albergo modellato sullo storico Flatiron Building di New York visto come la base d’appoggio segreta dei super-criminali del paese. Personaggi come quello del portiere d’albergo (Lance Reddick) che conosce tutti e provvede a tutto, fanno percepire un’atmosfera vicino alla fantascienza di universi paralleli, ma anche in questo caso la sensazione è fuggevole.
“John Wick” predilige situazioni più classiche, giunge quindi immancabile la sparatoria in discoteca che è la cosa più assurda e sconsigliata da fare nella realtà, ma la tentazione per il cinema è troppo forte, anche perché si può unire un commento sonoro martellante ed evocativo. Sequenza ben elaborata con scontri a fuoco ravvicinati che si traducono in veri corpo a corpo molto violenti, si può riconoscere tra i lottatori Daniel Bernhardt (Bloodsport), agevolati dall’esperienza nelle arti marziali degli esordienti registi Chad Stahelski e David Leicht, due stuntmen che hanno pensato bene di mettersi dietro la macchina da presa. Keanu Reeves si ripresenta con una barbetta che gli conferisce maggiore carisma, il personaggio bello tondo e risoluto lo rinfranca verso il pubblico come forse non gli capitava da tempo, dopo il cocente flop di “47 Ronin” e il deludente “Man of Thai Chi”.
Il cast notevole si permette di sacrificare Willem Dafoe in una parte di killer veterano che fiancheggia nel corso del film John Wick, peccato meritava molto più spazio, e il bravo John Leguizamo è ormai retrocesso da tempo a ruoli di lusso di secondo piano, anche la killer Perkins della bella Adrianne Palicki non appare così influente nell’economia della storia come sembra in un primo momento . I cattivi del film di origine russa, che ripropongono il solito cliché del padre scafato e spietato che si accompagna al figlio idiota e arrogante, sono lo svedese Michael Nyqvist (Uomini che odiano le donne) e Alfie Allen (Il trono di spade). Buono il tasso di (sana) violenza e soddisfacenti le sequenze d’azione per un’opera che poteva osare di più in fase di scrittura e distaccarsi da abusate scelte stilistiche (delle inquadrature perpendicolari dall’alto dei grattacieli non se ne può più!), si difende senza problemi dalle parti di Hollywood ma, se il confronto si estende al coevo e similare “The Raid 2”, perde in termini di coreografie, regia e (ultra)violenza a favore del film di Gareth Evans, ma questo vale per tutti i film d’azione degli ultimi tempi. Bella e pertinente la Killing Strangers dei Marilyn Manson presente nella soundtrack.
Tit. Originale: John Wick
Paese: USA
Rating: 6/10