Aggiornato il Dicembre 29, 2008 da Il Guru dei Film
La trasposizione live-action della celebre serie animata giapponese “Kyashan”.
21° secolo, la terra è devastata dalle guerre e l’inquinamento, l’Europa è un enorme campo di battaglia in cui le dominanti forze asiatiche, a fatica, contengono le sacche di resistenza. Il Dott. Azuma intanto annuncia una miracolosa sperimentazione genetica, una coltivazione di neo-cellule, che può permettere la rigenerazione degli organi umani e la guarigione dalle malattie. Finanziato dalle forze militari Azuma tenta di arrivare alla conclusione della sua ricerca ma è raggiunto dalla notizia che il figlio Tetsuya è morto in battaglia; poco dopo una misteriosa scarica giunta dal cielo infonde la vita nelle vasche di rigenerazione del laboratorio, da cui fuoriesce una nuova razza (i neoroidi) che viene decimata immediatamente, tranne uno sparuto gruppo che riesce a raggiungere una fortezza sperduta. Azuma sconvolto preleva il cadavere del figlio e lo immerge nel liquido rigenerante resuscitandolo: per mantenere stabile la decompressione del corpo, il giovane viene affidato a un amico scienziato del padre specializzato in tute-armature da combattimento. Il gruppo di neoroidi sopravvissuto, nel frattempo, organizza un esercito di robot, dichiarando guerra al genere umano, ma Tetsuya rinato come Kyashan e pronto a combattere la nuova minaccia.
Kyashan è uno dei personaggi più amati e celebri degli anni 70 usciti dal mitico studio [[Tatsunoko]] ([[Judo boy]], [[Tekkaman]], [[Hurricane Polyamar]], ecc.), protagonista di una serie animata che ha incontrato un successo clamoroso grazie ad un impasto drammatico di azione, violenza e tecnologia immaginifica, indimenticabile per il suo eroe-ragazzo divenuto androide, l’unica arma capace di fronteggiare le orde di nazi-robot invasori.
E’ comprensibile quindi l’apprensione che accompagna i fan verso l’opera di [[Kazuaki Kiriya]], ed è bene subito dire che “Kyashan- La rinascita” è piuttosto lontano dalla fonte ispiratrice. In molti noteranno, difatti, che Kyashan non è un androide(!), anche il look è stravolto (non compare il casco con la mitica mezzaluna stilizzata: si intravede come soprammobile in una breve sequenza), Flender il fido cane-robot di Tetsuya della serie televisiva non c’è, al suo posto per pochi istanti compare un vero e mansueto cagnetto. Anche la madre del ragazzo, Midori, non subisce la trasformazione in cigno-robot e Bryking, il super-androide-cattivo dell’anime, è sostituito da un personaggio-neoroide dalle sembianze umane.
Ma dopo un inevitabile senso di smarrimento iniziale il film di Kiriya risulta un esperimento riuscito ed interessante per svariati motivi. E’ evidente che l’autore (cura inoltre anche la sceneggiatura/montaggio/fotografia) ha voluto impossesarsi della figura di Kyashan per esprimere una visione personale, si può notare dietro ogni sequenza la voglia di comunicare un messaggio basilare e, certo, retorico contro la guerra e la violenza. Ma da subito, quello che principalmente colpisce, è l’aspetto visivo della pellicola ricreato con un massiccio utilizzo di computer grafica ed effetti ottici davvero raffinati, in grado di rapire immediatamente l’attenzione per i continui particolari e scelte cromatiche: fondali pre-rendizzati, animazioni hi-tech, fotografia iper-stilizzata, inserti anime/cartoon in ogni componente scenografico, tanto da far pensare che tutti gli elementi visibili siano in realtà fittizzi, ecc.
La colonna sonora ricercata ed evocativa dona il giusto impatto, soprattuto, nelle (poche, purtroppo) sequenze d’azione, che si segnalano tra le migliori concepite in questo genere di film (cinecomix in generale), in particolare la sequenza dello scontro tra Kyashan e l’esercito di Robot nel centro cittadino è qualcosa di esaltante e spettacolare, probabilmente il migliore momento del film, degno della serie originale. Verso il finale c’è un’enorme battaglia tra due schieramenti contrapposti che ricorda quella di “[[Episodio II: l’attacco dei cloni]]” (2002), ricca di giganteschi mezzi-robot ed esplosioni fragorose.
“Kyashan La rinascita” si inserisce nel genere fantascietifico apportando atmosfere steampunk, poco frequentate al cinema, in cui i ritrovati tecnologici più moderni (il laboratorio) si affiancano ad altri sorpassati e decisamente old fashion (vecchie macchine, abitazioni, telefoni demodé, ecc.).
Decisamente troppo lunga (il film sfonda ampiamente le due ore) e con una seconda parte difficile da seguire a causa di un montaggio piuttosto azzardato nella sua artificiosità, la pellicola riprende quota verso la conclusione, che seppur intrisa di eccesiva enfasi, riesce a commuovere e raggiungere vette inaspettate di lirismo.
Titolo Originale: Casshern (ingl.)
Paese: Giappone
Rating: 7/10