Aggiornato il Settembre 27, 2012 da Il Guru dei Film
L’adattamento della celebre opera di H.G.Wells con Burt Lancaster. Due naufraghi su una scialuppa giungono stremati nei pressi di un’isola all’apparenza disabitata. Nel folto della vegetazione qualcosa si muove con strane movenze e suoni,
uno degli uomini viene sopraffatto da una forza misteriosa, Braddock invece si salva e raggiunge un’abitazione fortificata, la dimora del Dottor Moreau, uno scienziato che si è ritirato per compiere dei non meglio precisati esperimenti.
Bella trasposizione live action di uno dei romanzi più famosi creati dalla mente geniale di H.G.Wells, si tratta in ordine di tempo della seconda versione ufficiale dopo “Island of The Lost Souls” del 1932 con Bela Lugosi e prima de “L’Isola Perduta” (1996), considerato un mezzo pasticcio, con Marlon Brando e Val Kilmer. Il film si avvale di un cast notevole e calato in parte, a primeggiare il maturo Burt Lancaster nei panni del deciso Dr. Moreau, si evitano lampi di follia, un uomo pacato ma fermamente risoluto a compiere una missione scientifica che mai nessuno ha mai tentato prima: trasformare gli animali in uomini. Di grande presenza anche Michael York (Braddock), uno dei volti del cinema degli anni 70 (I Tre Moschettieri, La Fuga di Logan), convincente eroe coinvolto suo malgrado in una brutta vicenda di mostri in un angolo sperduto del mondo, a consolarlo arriva Barbara Carrera che interpreta Maria, la ragazza adottata da Moreau, guarda caso giovane e bellissima.
“L’Isola del Dottor Moreau” , pur rimanendo un classico standard della fantascienza, presenta notevoli connotati horror, in particolare questa pellicola sembra spianare la strada al successivo “Zombi 2”, il capolavoro zombi di Lucio Fulci, il quale riprende la medesima ambientazione tropicale se non addirittura le stesse scenografie, la casa coloniale in mezzo alla foresta, senza contare che le mostruose creature che a un certo punto prendono d’assedio l’abitazione ricordano proprio un nugolo di zombi inferociti. Non deve stupire inoltre che il film, a sua volta, riporti reminiscenze riconducibili alla saga de “Il Pianeta delle Scimmie”, con le creature ciondolanti come i mitici scimmioni umanoidi, dato che il regista Don Taylor si è occupato del sequel “Fuga dal Pianeta delle Scimmie” (1971). Il make up mostruoso delle cavie del Dottor Moreau è speculare a quello dei primati in grado di parlare e ragionare.
La storia ruota intorno a pochi personaggi, Il Dr. Moreau, Braddock e Maria, subentra il collaboratore dello scienziato Montgomery (Nigel Davenport) ma resta sempre ai margini, mentre in seguito si mette in luce il leader dei “mostri” che denuncia la tragedia delle creature sospese in un limbo che li vede metà uomini e metà bestie, convinti a sottostare a delle leggi non scritte promulgate da Moreau che prevedono l’ubbidienza al padrone e il divieto di usare violenza e omicidio. Gli scellerati esperimenti del dottore non riescono a fermare la regressione del processo di umanizzazione, dopo un certo periodo le cavie tornano al loro stato di bestia. Non resta che provare la formula su un uomo e procedere con una trasformazione opposta: da uomo a animale, per carpirne i sintomi e le conseguenze.
Il film non trasmette dei veri momenti di tensione e gli effetti speciali oggi paiono eccessivamente artigianali ma gli eventi procedono diretti con mestiere e verso il finale ecco arrivare una sequenza oggi impossibile da girare, almeno dalle parti di Hollywood: numerosi animali, vere bestie feroci e selvagge, come leoni, pantere, orsi, ecc. vengono scaraventati in rovinosi salti, fughe e scontri mozzafiato che uno si chiede come hanno fatto, erano altri tempi, ma la computer grafica recente non è ancora riuscita a raggiungere il realismo di queste scene. Film piacevole, lineare, impreziosito dalla bellezza di Barbara Carrera al culmine dello splendore, accenna anche una scena di nudo nell’incontro amoroso con York/Braddock, ma si vede poco o nulla.
Titolo Originale: “The island of Dr. Moreau”
Paese: U.S.A.
Rating:7/10