La Congiura della Pietra Nera (2010)

Aggiornato il Luglio 26, 2012 da Il Guru dei Film

la congiura della pietra neraIl wuxiapian co-diretto da John Woo

La valorosa Drizzle trafuga i preziosi resti di un mistico indiano in grado di donare incredibili poteri. Sulle sue tracce vi sono i suoi ex compagni, i membri della setta della Pietra Nera, temibili guerrieri super addestrati. Per celare la sua identità Drizzle si sottopone a un’operazione che le cambia i connotati, la donna decide quindi di cambiare vita e si rifugia in città dove incontra anche l’amore, la Pietra Nera però è implacabile nella sua ricerca e sempre più vicina.

Non è ben chiara la partecipazione in fase di regia del grande John Woo, non si riconosce il tocco del Maestro, al punto che il film viene attribuito in gran parte all’altro regista coinvolto, il taiwanese Chao Bin-Su che qualche tempo addietro aveva fatto centro con un piccolo e interessante horror intitolato “Silk”, di cui si consiglia il recupero. John Woo con grossa probabilità supervisiona dietro le quinte, è anche il produttore della pellicola, e indirizza la storia verso scenari che ricordano il precedente “Face/Off” (il film più sopravvalutato di Woo) per il cambio di identità dei protagonisti con veri e propri interventi di chirurgia facciale, in questo caso non mostrati con effetti speciali ma solo suggeriti, siamo pur sempre in un contesto fantasy dell’antica Cina e, scoprire che su una barca galleggiante in mezzo al fiume vi é tutto il necessario per riprodurre alla perfezione un nuovo volto, viene accettato (almeno all’inizio) di buon grado.

Nel prologo viene riprodotto il fatto di sangue che porta al furto della preziosa reliquia e vengono presentati, con dei fermi-immagini e relative didascalie con i nomi, come nei wuxia anni 70 degli SB, i quattro membri della setta Pietra Nera e Drizzle che, in fuga, finisce l’ultimo avversario sul suo cammino, il figlio di un importante ministro che teneva in custodia i resti del divino defunto. Il film mantiene il solco della tradizione wuxia che vuole in gran parte delle storie celata la vera identità dei protagonisti, anche in questo caso l’eroina nasconde per buona parte della vicenda il fatto di essere una formidabile guerriera, e il primo tempo de “La Congiura della Pietra Nera” gioca su questo aspetto con sufficiente tensione e prepara delle aspettative che, diciamolo, crollano in maniera sconcertante verso un intreccio sempre più improbabile e goffo. Nel prologo Drizzle é interpretata dalla bellissima e (tutto sommato )giovane, 35 anni, attrice Kelly Lin, protagonista anche di un bel combattimento, il migliore del film, nei pressi di una fattoria nella quale è stato predisposto un agguato che coinvolge anche bambini assassini: buone coreografie, poco wire works, colpi violenti che impietriscono l’avversario a morte.

la congiura della pietra nera

In seguito Drizzle subisce un intervento chirurgico e si risveglia con il volto della 47enne (nel 2010) Michelle Yeoh, che diviene indiscussa protagonista, la celebre attrice è sempre brava e affascinante ma nel ruolo appare forse troppo matura. La nuova Drizzle si invaghisce di un giovane che le fa una timida corte, con molto pudore e leggerezza tipica di certi melò hongkonghesi vengono costruite divertenti sequenze (gli incontri al riparo dalla pioggia all’entrata di un locale) e si alternano a scene più tese come la rapina in banca che provoca a più riprese il personaggio di Michelle Yeoh a intervenire con la sua devastante arte marziale. L’attore che interpreta il compagno della Yeoh è il coreano Woo-sung Jung, conosciuto per l’apparizione in “The Good, The Bad and the Weird”.

Nel frattempo emerge la figura sinistra del leader della Pietra Nera, l’attore Xueqi Wang, e di seguito gli altri tre membri tra i quali spicca una sexy ragazza, ma giunti al dunque, ossia al ritrovamento della compagna traditrice Drizzle, i personaggi cominciano a perdersi in una storia che non ha più niente da dire, tutta la seconda parte del film precipita letteralmente nel ridicolo e in situazioni altamente improbabili (un intervento a cambiare un volto può bastare, quando cominciano a essere due volti, nello stesso luogo, non ci siamo), anche i combattimenti ne risentono e scivolano nella noiosa routine del deleterio wuxiapian patinato d’esportazione. Le premesse erano buone ma la conclusione, che ha pure il torto di essere ingannevole e con happy end incluso, decreta la delusione senza appello. Di John Woo meglio rivedere il recente “La Battaglia dei Tre Regni”, decisamente su altri livelli.

Titolo Originale: “Reign of Assassins”
Paese: Cina
Rating: 5/10