Aggiornato il Luglio 5, 2012 da Il Guru dei Film
Il prequel del film omonimo del 1982 di John Carpenter.
1982, Antartide, una spedizione norvegese ha rinvenuto sotto i ghiacci un velivolo sconosciuto e i resti di una creatura aliena, i responsabili mantengono il riserbo ma per procedere alla scoperta chiedono l’affiancamento di una giovane paleontologa americana. Kate Loyd raggiunge così la base norvegese per aiutare una ristretta equipe scientifica, la creatura informe rinvenuta però non è morta e si dimostra un organismo complesso altamente letale, in grado di replicare le fattezze delle proprie vittime. Per i componenti della base inizia un incubo senza fine, soffocati nel sospetto che il proprio vicino nasconda la mostruosa creatura.
Mettere mano ai capolavori è sempre un rischio, scomodare l’insuperabile “La Cosa” di Carpenter diventa un grande rischio visto che stiamo parlando della pietra angolare degli anni 80 per tensione ed effetti splatter. La versione “La Cosa” del 2011 contiene i danni presentandosi come un prequel, anche se alla fine si tratta di un remake non dichiarato, questo aspetto pregiudica in parte il giudizio finale dato che l’inevitabile confronto decreta la schiacciante vittoria, su tutta la linea, del film di Carpenter. E’ un vero peccato perché quando si tratta di introdurre passaggi personali il film diventa intrigante, il prologo si presenta bene, uno spettacolare e fortuito ritrovamento in mezzo ai ghiacci di un enorme astronave e di un alieno imprigionato nei ghiacci. Il film si appoggia sugli avvenimenti accennati nel film del 1982, quindi viene preso in considerazione l’insediamento polare norvegese, il primo a venire a contatto con una mostruosità giunta dallo spazio.
Una delle novità, se così si può definire, è l’introduzione di alcuni personaggi femminili, come noto nel film di Carpenter tutto il cast era maschile, aspetto che fece molto discutere e che si ricorda ancora, del resto un elemento femminile dominante compariva a ben vedere: era La Cosa. La protagonista del film é la Kate Loyd di Mary Elizabeth Winstead (“A prova di Morte”, “Scott Pilgrim vs The World”), una giovane paleontologa, suo é il punto di vista predominante e sin dai primi momenti di pericolo è uno dei personaggi più controllati e decisi, in un ruolo secondario compare un’altra ragazza, un’assistente, meno coraggiosa e defilata. Non siamo in presenza di una figura carismatica come il MacReady di Kurt Russell del film precedente, anche se l’elicotterista di Joe Edgerton (“Warrior”) può ricordarlo, il cast invero risulta piuttosto anonimo e composto da attori di origine scandinava, a tal proposito vi sono anche dei dialoghi con i sottotitoli.
Un’altra sfida era rappresentata dall’utilizzo degli effetti speciali, alla fine si possono definire in linea con l’intera pellicola, ossia dignitosi, in gran parte (e non poteva essere altrimenti) riprodotti in computer grafica, certo quelli originali di Rob Bottin con protesi e animatronic di lattice sono ancora ricordati come il non plus ultra della rappresentazione grafica dell’horror, quelli presenti in questa nuova versione presentano momenti godibili ed estremi: anche in questo caso intere sequenze vengono riproposte in una veste aggiornata, si ricorda in particolare l’amalgama infernale tra due teste fuse una dentro l’altra in un urlo di terrore, la trasformazione aracnide della cosa scomposta in un mostro demoniaco.
Non viene risparmiata anche la citazione-omaggio di una delle scene più famose del film di Carpenter, quella dell’esame del sangue per scoprire l’alieno nascosto nelle fattezze umane, sostituita per fortuna con una variante, trovata nella verifica delle otturazioni presenti in bocca, elementi inorganici che il mostro non riesce a replicare, da segnalare come non venga raggiunto lo stesso climax di tensione evocato da Carpenter che presupponeva (senza magari volerlo) nuove paure (l’aids) e la perdita di fiducia tra gli uomini. “La Cosa” del 2011 resta un horror decente, con una buona tecnica, la regia dello sconosciuto Matthis van Heijningen funziona senza sorprendere, quando poi il film si ricorda di essere un prequel ecco arrivare la scena migliore del film, forse in maniera tardiva visto che riguarda i minuti dei titoli di coda sulle note di Marco Beltrami, che si riallaccia con il tema ossessivo del primo film composto da Morricone. Uscito con un anno di ritardo nelle sale italiane e accolto con un’indifferenza preoccupante, non si tratta di un grande film ma rischia di essere l’horror più interessante di un’estate avara di titoli per gli appassionati del genere.
Titolo Originale: “The Thing”
Paese: U.S.A
Rating: 6/10