Aggiornato il Settembre 25, 2013 da Il Guru dei Film
Il nuovo film firmato da Edgar Wright e Simon Pegg è, dopo L’Alba dei Morti Dementi e Hot Fuzz, il capitolo finale della trilogia del cornetto. Una parodia dei film di fantascienza che finisce per essere il bilancio esistenziale di cinque amici d’infanzia quarantenni lanciati in una maratona alcolica.
La Fine del Mondo è il nuovo film scritto da Edgar Wright e Simon Pegg che sono poi rispettivamente il regista e l’interprete principale insieme al bravissimo Nick Frost.
La Fine del Mondo, dopo L’Alba dei Morti Dementi e Hot Fuzz, completa la trilogia di lavori di Wright e Pegg denominata “del cornetto”, perché in ciascun film si vede un cornetto Algida, il che la dice lunga sull’ironia della ditta.
La bella, quanto originale, idea di fondo è mettere in piedi una parodia dei film di fantascienza per raccontare gli inevitabili conflitti con la vita di un gruppo di cinque quarantenni, amici di infanzia, guidato da Gary, un personaggio che Pegg ha descritto così: “ci ho messo sette mesi a prepararmi. Gary è uno di quei nerboruti alcolizzati, che ti domandi come possano sopravvivere, un vecchio rockettaro alla Iggy pop, con una forza soprendente nello sguardo, malgrado tutto quello che si spara nel corpo”.
Al centro della storia c’è un’istituzione che più British non si può: il pub crawling, ovvero il giro dei pub (quanto dura il giro e quanto ampio è il cerchio dei pub da raggiungere a un ritmo di almeno una pinta a tappa dipende solo dalla resistenza dei protagonisti).
A vent’anni di distanza dall’ultima impresa etilica, a Gary viene voglia di fare la reunion della band di amici per mettere a segno uno storico pub crawling che si deve concludere nel leggendario pub chiamato La Fine del Mondo.
Con lo scorrere delle pinte e il succedersi dei pub, i cinque eroi molto per caso si rendono conto che in gioco ci sono le sorti dell’umanità (seppur nel clima di una zingarata in stile british) il che vuol dire che, con tutta la comprensione per Gary, è venuto il momento di pensare al proprio futuro.
Paolo Biamonte
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