Aggiornato il Maggio 21, 2013 da Il Guru dei Film
Toni Servillo è il protagonista del nuovo film di Paolo Sorrentino, un ritratto di Roma vista attraverso le vicende di un giornalista che è il re della mondanità. Con Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari.
Dopo la parentesi americana, Paolo Sorrentino si dedica a Roma. Sorrentino ci vive da sei anni e in questo periodo ha avuto modo di conoscerne a fondo la natura. La Grande Bellezza offre un nuovo capitolo nella lunga storia tra Roma e il cinema: da autore di successo chissà quanti inviti e occasioni di incontro ha avuto per entrare in contatto con il generone, quel mix così peculiare di politica, manager, giornalisti, attori, soldi, potere, imbroglioni, alte sfere ecclesiastiche, donne, sesso, trasgressione etc etc da cui è difficile salvarsi se si vuole rimanere nei giri che contano e che rappresenta una fonte narrativa inesauribile proprio perché è in questi circoli e in questi salotti che si decide quasi tutto all’ombra del Cupolone.
I precedenti più nobili sono ovviamente La Dolce Vita e La Terrazza ma, giustamente, Sorrentino rivendica una sua propria identità.
Il filo narrativo di questo film che racconta una città in decadenza che sempre più non riesce a offrire molto altro che la propria abbagliante bellezza è rappresentato dalle vicende di Jep Gambardella – Toni Servillo uno scrittore la cui creatività si è esaurita al primo romanzo di successo e che ora fa il giornalista ed è uno dei protagonisti assoluti della mondanità romana. L’omaggio al Marcello Mastroianni della Dolce Vita è abbastanza evidente.
Le feste cui partecipa sono il trionfo del Cafonal e mettono i brividi perché, con i trenini, la dance di Bob Sinclair e Raffaella Carrà, silicone, botox e cocaina e tanto Generone sono in tutto simili a quelle reali (mancano le teste di maiale …).
Nelle sue peregrinazioni Gambardella incontra l’amica spogliarellista quarantenne con una morale molto più solida delle riccone che ospitano nei palazzi nobili, interpretata da una brava Sabrina Ferilli, l’amico un po’ sfigato vittima di una donna cocainomane cui dà vita un Carlo Verdone finalmente libero di dar vita a un personaggio malinconico, il vescovo fissato con il cibo affidato a un grande interprete come Roberto Herlizka.
Se Toni Servillo domina il film con il suo carisma e la sua capacità di infondere nei suoi personaggi una dimessa grandezza, l’altro grande personaggio è Roma, città praticamente in balia di un’umanità da museo degli orrori ma che offre a Sorrentino la possibilità di mettere in mostra la sua bravura di regista, di grande narratore per immagini.
Paolo Biamonte
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