Aggiornato il Giugno 9, 2011 da Il Guru dei Film
Il capolavoro esoterico del cinema muto.
Dagli albori del genere umano la magia e le credenze intorno al maligno non si contano, a emergere è la figura della strega e il contatto con l'ispiratore occulto per eccellenza: il Diavolo. Inizia un viaggio nel passato, il medioevo e i tempi moderni attraversati dalla superstizione, la paura e la violenza.
La gente non fissa più terrorizzata i diavoli affrescati nelle chiese, una constatazione già valida ai tempi dell'uscita de "La Stregoneria Attraverso i Secoli", eppure il maligno ci accompagna da sempre, sino dalle ere pre-cristiane, quando a dominare erano la paura e il buio delle tenebre, una percezione modellata sulla conoscenza dell'universo, al principio primitiva e improbabile,in seguito sempre più dettagliata e circoscritta, come enunciano i passaggi descritti nel film del danese Benjamin Christensen finanziato con capitali svedesi. L'opera si presenta come un'indagine a carattere fiction di difficile collocazione, anche se è l'horror l'ambito in cui rientra a pieno titolo, a sorprendere arriva una struttura predisposta in sette capitoli, il primo serve da vero preambolo con immagini e stampe che affondano nelle credenze della notte dei tempi intorno a divinità malevole (se uno si chiede da dove arriva Pazuzu de "L'esorcista"), in un esercizio didattico a sfondo storico che mescola la verità con la fantasia.
Quello che preme a Christensen è la rappresentazione della strega nei secoli e, di conseguenza, della donna nei vari ambiti sociali, ne esce fuori un racconto inebriante per bellezza stilistica e culturale, un vero tuffo nel passato remoto accentuato dal fascino vintage del cinema muto, una corsa attraverso il tempo in un film ormai datato di (quasi) un secolo. I riferimenti sono innumerevoli ma a prevalere sono quelli pittorici, l'attenzione si sposta presto nel medioevo verso la fine del 1400, l'epoca in cui l'inferno e il diavolo erano considerati reali e le streghe delle vere autorità segrete, temute e all'opera nelle forme di vecchie donne capaci, con gli ingredienti giusti, di preparare pozioni miracolose. E' nel secondo capitolo che si vedono i primi filmati con attori, si tratta ancora di un segmento autonomo spesso virato in una colorazione rossa, compaiono anche degli accenti quasi comici nel momento della pozione d'amore, comandata da una donna che vuole conquistare un uomo di chiesa (!). Il film appare in modo esplicito anti-clericale, ragione per cui incorre in diffuse censure, anche se rimane la forza visionaria l'elemento disturbante (perturbante), non é difficile intuire che molte delle forti sequenze presenti sono filmate per la prima volta (nella storia) e prese come modello per maestri riconosciuti e successivi del calibro di Bunuel e Dreyer.