Aggiornato il Giugno 10, 2010 da Il Guru dei Film
Lo stupefacente action hi-tech con le arti marziali di Jet Li.
Tsui Chik è riuscito a fuggire da una base segreta dopo essere stato sottoposto a un esperimento scientifico attuato per creare dei super-soldati insensibili al dolore, il ragazzo ora vive a Hong Kong sotto le mentite spoglie di un bibliotecario.
L’incubo del passato sembra riemergere quando in città scoppia una guerra tra i signori della droga, Tsui Chik intuisce che dietro agli efferati omicidi si nasconde la "squadra 701", i suoi ex-compagni guidati dal carismatico Hung. Per fermare la minaccia e aiutare Rock, il suo amico ispettore di polizia, Tsui Chik decide di vestire i panni di Black Mask, un eroe mascherato dalla forza incredibile, tra i suoi avversari incrocia anche la bella Yeuklan, la compagna ai tempi dell’addestramento.
A volte il trascorrere del tempo mette a posto le cose, nel caso di "Black Mask" invece permane un giudizio frettoloso molto prossimo alla sotto valutazione, importante è contestualizzare: siamo nel 1996 a Hong Kong ma già si può vedere tutto il cinema (fanta)action dei 10 anni successivi. La pellicola arriva in occidente con una timida distribuzione, in Italia solo nel 2005 (!), e come spesso accade il pubblico non apprezza le opere che sono servite da esempio per i cloni/remake per lo più americani. "Black Mask" è uno dei (pochi) film senza i quali il fenomeno "Matrix", e tutto quello che è seguito, non sarebbe esistito come lo conosciamo, i lungimiranti Wachowski Bros. mutuano da questa opera il kung fu fantascientifico, oltre a diverse soluzioni visive, e utilizzano lo stesso direttore delle arti marziali Yuen Woo Ping, allora un perfetto sconosciuto per le masse, "sdoganato" poi in seguito anche da Quentin "Kill Bill" Tarantino.
"Black Mask" è però prima di ogni cosa un film con Jet Li, l’eroe delle arti marziali cinesi ai tempi è anch’egli conosciuto fuori dai confini solo da una ristretta frangia di appassionati, internet non è ancora esplosa e anche il supporto DVD non esiste, la fama mondiale arriva con Hollywood dove approda due anni dopo con il mediocre "Arma Letale 4" (1998).
Il film mantiene le caratteristiche dei migliori lavori prodotti dalla Workshop ("Iron Monkey", "Wicked City", "Burning Paradise", ecc.) di Tsui Hark, il regista faro degli anni 80-90 di Hong Kong, quindi grande cura tecnica per gli effetti speciali, le scenografie ricercate e una fotografia splendida firmata da Tony Cheung per una resa estetica comic-book dinamica e scintillante. "Black Mask" si inserisce nel filone cinecomix per il suo eroe mascherato, una sorta di Batman tecnologico, divenuto immune al dolore in seguito a uno scellerato esperimento scientifico che si intravede nel prologo, Tsui Chik tenta di ritornare umano e ritrovare le emozioni ma deve fare i conti con i suoi ex-compagni divenuti macchine insensibili sotto i comandi di Hung, il capo-santone della setta "squadra 701" deciso a eliminare tutti i trafficanti di droga asiatici per prenderne il posto. Hung è interpretato dal veterano Kong Lung (classe 1934), un ottimo villain con i capelli lungi e occhiali a goccia che ha agghindato il suo quartiere generale con un trono sormontato da un vecchio lampadario-candelabro, ama inoltre interpretare la simbologia cristiana per fini malvagi (la singolare scena della pagina del libro sacro), il corrotto personaggio è anche un abile combattente in diverse sequenze, in questo caso l’attore è contro-figurato negli stunts più arditi.