Aggiornato il Ottobre 6, 2011 da Il Guru dei Film
l nuovo film di Gus Van Sant affronta il tema della morte e della passione adolescenziale attraverso la vicenda di due ragazzi marginali, che si amano sfidando traumi e malattie terminali. Con Mia Wasikowska e Henry Hopper.
Chissà perché in Italia hanno deciso di dare a Restless, il nuovo film di Gus Van Sant, il titolo di una canzone di Michele Zarrillo, L'Amore che Resta.
Girato a Portland, con debiti dichiarati al new cinema degli anni '70 (Harold e Maude compreso), il nuovo film di Van Sant è lontanissimo da una storia d'amore convenzionale. E' infatti una variazione sul tema della morte raccontata attraverso i destini incrociati di due adolescenti che hanno un conto aperto con il destino: lui, Ennoch, è stato qualche mese in coma dopo il terribile incidente d'auto in cui sono morti i suoi genitori. Il suo passatempo preferito è partecipare a funerali di sconosciuti, il suo unico amico il fantasma di un kamikaze giapponese che sicuramente non lo aiuta a sconfiggere le sue pulsioni di morte. Lei, Annabel, è una ragazza affetta da un tumore terminale al cervello. Anche lei è una marginale, la madre è alcolizzata, la sorella non è in grado di capirne le esigenze ma vive cercando di cogliere appieno ogni momento della sua esistenza.
I due si incontrano a un funerale e cominciano una delicata storia d'amore che non sconfina nel melodramma più strappalacrime per l'equilibrio con cui Van Sant articola il racconto, esorcizzando in qualche modo il tema della morte, un po', come è stato giustamente notato, come ha fatto Clint Eastwood in Hereafter.
C'è ovviamente un contrasto struggente tra le aspirazioni di un amore adolescenziale, che ha sempre i connotati dell'eternità, e questa storia inesorabilmente destinata a una fine senza appello scandita dalla malattia. Ma è proprio Annabel l'elemento vitale della coppia, è proprio lei a spingere Ennoch verso la vita.
I due protagonisti sono bravissimi: Mia Wasikowska è perfetta come Henry Hopper, figlio di Dennis Hopper. L'Amore che Resta è dedicato proprio a lui.
Paolo Biamonte