Le Tombe dei Resuscitati Ciechi (1972)

Aggiornato il Ottobre 23, 2017 da Il Guru dei Film

Le Tombe dei Resuscitati Ciechi è il primo capitolo della saga.

A bordo di un treno la bella Virginia è ingelosita delle attenzioni del fidanzato Roger per l’amica Betty, la ragazza per ripicca approfitta di un rallentamento della locomotiva e scende da sola in una zona sperduta …

Tit. Originale: La Noche del Terror Ciego
Paese: Spagna/Portogallo
Rating: 7/10

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A bordo di un treno la bella Virginia è ingelosita delle attenzioni del fidanzato Roger per l’amica Betty, la ragazza per ripicca approfitta di un rallentamento della locomotiva e scende da sola in una zona sperduta. Virginia si avventura verso un paese abbandonato, ridotto in rovina, ma al calare delle tenebre viene aggredita da un’orda di morti viventi, alcuni a sella di cavalli. All’indomani Roger e Betty decidono di andare in cerca della dispersa Virginia.

Le Tombe dei Resuscitati Ciechi (1972)

Grande horror spagnolo che ha segnato il filone zombi anni 70, il trascorrere del tempo in parte lo ha ridimensionato visto che in fondo si tratta di un b-movie, ma il fascino è ancora palpabile e l’intuizione di legare la figura del morto vivente al contesto storico-leggendario degli antichi templari appare potente. Le tombe dei resuscitati ciechi, in genere considerato il titolo più valido, apre la saga dei resuscitati ciechi, o meglio dei Templari resuscitati ciechi, si tratta di una tetralogia diretta dal regista Amando de Ossorio nell’arco di quattro anni. I sequel sono: La cavalcata dei resuscitati ciechi (1973), La nave maledetta (1974), La notte dei resuscitati ciechi (1975).

Il pregio maggiore, a posteriori, è aprire una via europea al genere zombi, riuscire a contestualizzare nei paesaggi del Portogallo (il paese in cui si dipana l’avventura) una storia di morte e maledizioni sotto l’influenza dei recenti, all’epoca, morti viventi (ri)lanciati dal mitico La notte dei morti viventi di Romero. Un titolo dalla forte personalità il film di de Ossorio al punto che, insieme al successivo Non si deve profanare il sonno dei morti, anticipa e prepara il terreno agli zombi-movies italiani (Fulci su tutti) pronti a esplodere solo alcuni anni più tardi. Gli zombi della pellicola sono inquietanti esseri putrescenti di carne morta saldata a antichi mantelli da guerriero che caratterizzavano la divisa dei templari. L’avanzata lenta delle creature è agevolata da fidati destrieri coperti con le insegne di guerra, sono morti viventi ciechi ma possono scorgere la preda tramite l’udito.

Per il periodo Le Tombe dei Resuscitati Ciechi riserva momenti forti e violenti, si inizia con un rapporto saffico tra i personaggi di Virginia (Maria Elena Arpon) e Betty (Lone Fleming), quest’ultima si scopre essere una ragazza con tendenze omosessuali. In seguito le uccisioni delle vittime cadute sotto l’attacco dei templari ciechi sono piuttosto truci, ma è la sequenza di tortura ai danni di una ragazza bionda a seno nudo a essere ricordata per il sadismo pronunciato. Betty è protagonista anche di una sequenza di stupro insistita e ancora disturbante, portata da un bandito della zona che gira per mezzo film con degli aloni alle ascelle imbarazzanti, forse per sottolineare il disgusto del personaggio.

Belle le scenografie di un antico paesino rurale, tra rovine e cimiteri abbandonati, l’ambientazione del 1972 appare remota e arretrata per via dei mezzi di trasporto usati dai protagonisti: treni a carbone e cavalli. Ma forse anche in questo risiede l’attrazione della pellicola che verte su un antico e nefasto patto, stretto da una comunità di Templari con forze demoniache conosciute in Medio Oriente, nel tempo delle crociate. Le tombe dei resuscitati ciechi è pieno di sequenze divertenti ed evocative, come il cattivo e feroce attacco finale ai danni di un treno. Un vero midnight-movie che in Italia negli ultimi 30 anni è sempre stato penalizzato da una scarsa, se non inesistente, distribuzione.

Sciamano