Aggiornato il Febbraio 24, 2016 da Il Guru dei Film
Tra le tante nuove proposte in sala di questo fine settimana, merita una segnalazione Lo Chiamavano Jeeg Robot, primo lungometraggio a firma di Gabriele Mainetti.
Dopo diverse prove come attore e alcuni interessanti cortometraggi, tra cui Tiger Boy (2012) che ha ottenuto diversi riconoscimenti in Italia e all’estero, il 40enne romano Gabriele Mainetti realizza il suo primo film suscitando consensi e curiosità.
Lo Chiamavano Jeeg Robot è stato infatti presentato in anteprima con successo nel corso dell’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Lo spunto narrativo, creato dal soggetto di Nicola Guaglianone, si sviluppa intorno alle vicende di Enzo, un comune delinquente che scopre di avere un forza sovraumana e incontra sul suo cammino Alessia convinta che lui sia l’eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio.
Il plot già rivela l’essenza di un’opera che sfugge ai canoni tradizionali del nostro cinema e si colloca a cavallo dei generi mostrando chiaramente l’intento del regista di affrontare senza remore una prova impegnativa: “Da amante dei generi penso che quello supereroistico rappresenti la sfida più complessa e pericolosa” – ha dichiarato Mainetti – “Fare un buon film per me, significa raccontare con originalità. E quando ti avventuri in un genere che non ti è proprio, il rischio di scadere in un’imitazione è dietro l’angolo…”
A sostenere il peso di rendere credibile questa “favola urbana fatta di superpoteri” contribuisce sicuramente la convincente prova di Claudio Santamaria, nei panni del supereroe di borgata che cambia la sua vita per amore.
Un Claudio Santamaria molto apprezzato anche come interprete del brano che Michele Braga e lo stesso Mainetti, autori della colonna sonora, hanno prodotto e arrangiato per questo cinecomic Made in Italy.
“Riarrangiare la sigla di Jeeg Robot in versione ballad struggente, malinconica e graffiante – spiega Michele Braga – era l’unica maniera ‘musicale’ per tenere quella melodia e quel testo incollati alle immagini del film. Nel trailer-sigla, musica ed immagini sembrano nate per stare insieme.”
Il film è dunque anche un omaggio continuo al celebre cartone animato, Jeeg Robot d’acciaio, prodotto in Giappone nel 1975 dalla Toei Animation su soggetto di Go Nagai. La serie è stata trasmessa per la prima volta in Italia nel 1979.
E proprio per ribadire il legame con la serie la casa di distribuzione del film Lucky Red e La Gazzetta dello Sport presentano in edicola il fumetto ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, scritto e curato da Roberto Recchioni, curatore editoriale di Dylan Dog, con i disegni di Giorgio Pontrelli e Stefano Simeone e i personaggi ispirati quelli del film di Gabriele Mainetti.
Paolo Piccioli
Il character poster di Lo Chiamavano Jeeg Robot