Aggiornato il Giugno 14, 2011 da Il Guru dei Film
Nicolas Cage e Ron Perlman sono i protagonisti di questo film, ispirato al Settimo Sigillo di Ingmar Bergman, che mescola horror, avventura, road movie e cinema gotico.
Un avvertimento: L'Ultimo dei Templari è un titolo che rinverdisce la tradizione italica di traduzioni a esser buoni … fantasiose. Quello originale è Season of the Witch, la stagione della strega ed è appropriato alla trama. In realtà i Templari nel film di Dominic Sena non c'entrano nulla, se non nel fatto che la storia è ambientata ai tempi delle Crociate e che i due protagonisti maschili, Nicolas Cage e Ron Perlman, il leggendario Salvatore del Nome della Rosa, sono crociati. Dopo 12 anni di stragi e guerre e orrori vari i due si rendono conto che uccidere e cancellare civiltà in nome della religione non è un'attività propriamente corretta. Così decidono di abbandonare il fronte e tornarsene a casa. Ma nel viaggio di ritorno scoprono che il loro mondo è stato distrutto dalla peste. Come si sa, in quegli anni lì, c'era un gran da fare con le streghe: bastava un piccolo sospetto e una donna si ritrovava accusata di stregoneria. Seguiva il rituale di spaventose torture che avevano lo scopo di strappare una confessione.
In questo contesto ai due cavalieri viene affidato il compito di scortare una ragazza misteriosa, e sospettata di essere la causa della pestilenza, in un remoto monastero, unico posto conosciuto dove è possibile praticare un rituale capace di liberare la regione dalla maledizione.
In realtà la ragazza è posseduta da una forza oscura (il demonio?) capace di compiere sfracelli ben più gravi della peste, addirittura di decidere le sorti del mondo intero.
Così, lasciati i campi di battaglia delle Crociate, i due cavalieri lungo il cammino si troveranno ad affrontare un'altra sfida che ha in palio la salvezza della Terra.
L'Ultimo dei Templari è un mix di horror, avventura, road movie e atmosfere gotiche, alimentato da un certo spirito anticlericale di un regista che dice di essersi ispirato al Settimo Sigillo di Ingmar Bergman.
Paolo Biamonte